Il nuovo film di Olivier Assayas, Il mago di Cremlino, ha acceso l'attenzione della Mostra di Venezia. L'opera intreccia realtà e finzione per indagare i meccanismi del potere contemporaneo, con Jude Law che offre un ritratto disturbante ma raffinato di Vladimir Putin. Accanto a lui, Paul Dano interpreta il consigliere immaginario Vadim Baranov.
Un Putin lontano dalla caricatura con Jude Law
L'opera, tratta dall'omonimo romanzo di Giuliano da Empoli (2022), racconta l'ascesa di Vadim Baranov, artista trasformato in consigliere oscuro del presidente russo. Se il personaggio di Dano è di fantasia, è il volto di Jude Law a catalizzare l'attenzione: il suo Putin appare glaciale, più uomo d'affari che tiranno urlante, con un realismo capace di inquietare senza mai cadere nella parodia. "Non temo conseguenze per il ruolo - ha dichiarato l'attore - mi fidavo della mano di Olivier e del copione, certo che fosse una storia raccontata con intelligenza e misura".

Assayas sottolinea che il film non vuole essere un ritratto biografico di Putin, ma una riflessione sul potere nel XXI secolo: "Abbiamo raccontato come la politica moderna sia stata inventata, e parte di quel male è nato dall'ascesa di Putin in Russia". Law entra in scena solo dopo un'ora, ma la sua interpretazione costruisce un leader inquietante, reso credibile da piccoli dettagli estetici - "è incredibile cosa possa fare una grande parrucca", ha ironizzato l'attore - senza ricorrere a maschere o imitazioni grottesche.
Ombre di potere e prospettive da premio
La scelta di Assayas è chiara: Putin non è un'icona da imitare, ma un prisma attraverso cui osservare la fragilità della politica globale. "Mi serviva un attore che ricreasse dall'interno le sfumature del personaggio, non un sosia", ha spiegato il regista, elogiando la capacità di Law di diventare "un veicolo di ciò che Putin rappresenta, più che della sua fisicità".

Il film approda in laguna in un'annata in cui le categorie da miglior attore protagonista risultano affollate, mentre quella da non protagonista resta sorprendentemente più libera. Questo rende la performance di Law un possibile cavallo di razza in vista della stagione dei premi, mentre Paul Dano, nonostante una carriera di ruoli impeccabili, non ha ancora ricevuto una candidatura all'Oscar.
"Ridurre Baranov a 'cattivo' sarebbe un'enorme semplificazione - ha spiegato Dano - la sfida è esplorare le zone grigie, che fanno paura, ma raccontano più della dicotomia tra bianco e nero".
Con Il mago di Cremlino, Assayas non cerca lo scandalo, ma un cinema che scuote lo spettatore costringendolo a osservare il potere da dentro le sue ombre. Venezia, ancora una volta, diventa lo specchio in cui l'arte si misura con la politica.