John Le Carré è morto sabato 12 dicembre 2020 all'età di 89 anni. La famiglia del grande scrittore britannico ha confermato il decesso al Guardian, comunicando che Le Carré è stato stroncato da una polmonite. Il suo agente, Johnny Geller, l'ha descritto come "un gigante della letteratura inglese", e non sono mancati omaggi di altri letterati come Stephen King, il quale ha scritto "Questo anno terribile si è preso un gigante letterario e uno spirito umanitario."
Spia e lascia spiare: gli intrighi orditi da John Le Carré sullo schermo
Nato nel 1931, John Cornwell ha cominciato a usare lo pseudonimo John Le Carré all'inizio degli anni Sessanta, dato che al momento del suo esordio letterario era ancora un agente dei servizi segreti britannici, ambiente che ha esplorato nel dettaglio in quasi tutti i suoi romanzi. Particolarmente celebre è il personaggio di George Smiley, sorta di alter ego dell'autore, che compare in nove romanzi dati alle stampe tra il 1961 e il 2017 (la sua ultima apparizione, ultracentenario e pensionato, è in Un passato da spia) ed è stato interpretato sullo schermo da Alec Guinness e Gary Oldman, con nomination all'Oscar per quest'ultimo, il quale disse di essersi ispirato al creatore di Smiley per la fisicità e la voce.
Le Carré ha continuato a scrivere fino allo scorso anno, e nel suo ultimo romanzo ha analizzato il fenomeno della Brexit attraverso il filtro della letteratura spionistica. Molte delle sue opere sono state adattate per il cinema e la televisione. Tra le trasposizioni più note citiamo La spia che venne dal freddo (1965), Il sarto di Panama (2001), The Constant Gardener (2005), La talpa (2011), The Night Manager (2016) e The Little Drummer Girl (2018). Negli ultimi tre titoli lo scrittore si era ritagliato un cameo, e fungeva anche da produttore tramite la società Karla Films, il cui nome deriva da quello dell'antagonista principale dei romanzi incentrati su George Smiley.