Barack Obama, l'ex presidente degli Stati Uniti, ha criticato duramente la decisione di togliere il talk show di Jimmy Kimmel dalla programmazione di ABC.
Il conduttore si è trovato al centro di una complicata situazione dopo un monologo compiuto nella serata di lunedì in cui sosteneva che il giovane accusato di aver ucciso Charlie Kirk stia venendo usato dal punto di vista politico, ironizzando poi su un video in cui si mostrava la risposta di Donald Trump a una domanda di un giornalista che voleva sapere come stava affrontando emotivamente il tragico evento.
Le parole dell'ex presidente
Durante gli anni della sua presidenza, Barack Obama è stato ospite dello show di Jimmy Kimmel e aveva collaborato con la star della tv durante la raccolta fondi per la campagna con cui si sosteneva l'elezione di Joe Biden.
L'ex presidente ha condiviso quindi la sua reazione alla sospensione del conduttore scrivendo su X: "Dopo anni durante i quali ci si è lamentati della cancel culture, l'attuale amministrazione l'ha portata su un nuovo e pericoloso livello minacciando regolarmente di prendere provvedimenti contro le società dei media a meno che non silenzino o licenzino i reporter e i commentatori che non apprezza".
Obama ha quindi proseguito: "Questo è esattamente il tipo di coercizione governativa che il Primo Emendamento è stato concepito per prevenire, e le aziende attive nel campo dei media devono iniziare a opporsi invece di capitolare".
La difesa di Kimmel da parte dei sindacati
A sostenere Kimmel, oltre a numerose star di Hollywood, ci sono anche le parole di sindacati come SAG-AFTRA, WGA e dei Produttori americani che hanno ribadito l'importanza della libertà di parola e la preoccupazione nell'assistere alle conseguenze di esprimere un'opinione non apprezzata dall'attuale amministrazione.
SAG-AFTRA ha ad esempio ricordato: "La democrazia prospera quando vengono espressi punti di vista diversi. La decisione di sospendere la trasmissione di Jimmy Kimmel Live! è un tipo di repressione e ritorsione che mette a repentaglio la libertà di tutti. SAG-AFTRA è al fianco di tutti gli artisti dei media e difende il loro diritto di esprimere i propri diversi punti di vista e il diritto di tutti di ascoltarli".
Il Sindacato degli Sceneggiatori americani ha invece dichiarato: "Il diritto di esprimere la nostra opinione e non essere d'accordo con gli altri, persino di disturbare, è proprio alla base di ciò che significa essere un popolo libero. Non può essere negato. Non con la violenza, non con l'abuso del potere da parte del governo, non da atti di codardia delle aziende". Il comunicato di WGA prosegue quindi sottolineando: "Se la libertà di parola si applica solo alle idee che apprezziamo, non avremmo dovuto perdere tempo a scriverla nella Costituzione. Ciò che abbiamo firmato, per quanto sia doloroso alle volte, è l'accordo liberatorio del disaccordo. Vergogna a coloro che al governo dimenticano questa verità fondamentale. Quanto ai nostri datori di lavoro, le nostre parole vi hanno arricchito. Ridurci al silenzio impoverisce il mondo intero".
Il sindacato dei produttori si è aggiunto al coro delle proteste contro la sospensione di Jimmy Kimmel sottolineando: "La libertà di parola è fondamentale per la nostra democrazia. È la linfa vitale del nostro settore. La programmazione in seconda serata è da tempo uno spazio in cui satira e commenti contribuiscono al nostro dialogo nazionale. Crediamo che l'espressione artistica sia essenziale e che le voci critiche non debbano essere messe a tacere".