Jia Zhang-ke: la retrospettiva completa dal 3 al 6 maggio a Roma

Dal 3 al 6 maggio al cinema Trevi grande retrospettiva del cinema del maestro cinese autore di Still Life.

Il Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale, la Cineteca di Bologna, il Museo Nazionale del Cinema di Torino, l'Associazione Circuito Cinema di Modena, la Cineteca Sarda e il Centro Espressioni Cinematografiche di Udine propongono la personale di uno dei maestri del cinema cinese contemporaneo: Jia Zhang-ke. Jia Zhang-ke è universalmente considerato il rappresentante di maggior rilievo della cosiddetta Sesta Generazione del cinema cinese. I suoi film analizzano con straordinaria efficacia i processi di trasformazione in atto nella Cina di oggi. Fin dagli esordi, Zhang-ke ha posto al centro della propria ricerca alcuni dei temi che animano il dibattito sul presente e sul futuro del colosso asiatico: la fine dell'ideologia maoista, l'apertura alla cultura occidentale, l'introduzione del modello capitalistico in una versione riveduta e corretta, la gestione dell'ambiente, la nascita di nuove classi sociali. Il suo cinema ha saputo cogliere con estrema acutezza i caratteri più incisivi della nuova "lunga marcia" cinese ed ha progressivamente composto un affresco tanto affascinante quanto problematico della tumultuosa crescita di questo Paese.

Jia Zhang-ke nasce a Fenyang, una cittadina della provincia settentrionale di Shanxi solcata dal Fiume Giallo. Studia pittura, si interessa di letteratura e pubblica il suo primo romanzo, appena ventenne, nel 1991. Due anni dopo entra all'accademia di cinema di Pechino, dove fonda il gruppo cinematografico sperimentale giovanile, la prima organizzazione indipendente del genere in Cina. Con il gruppo realizza due video che ricevono, entrambi, un premio. Dopo il diploma dell'accademia, nel 1997, gira il primo lungometraggio, Xiaowu (1998). Il film vince due premi al Festival di Berlino, ma il governo cinese lo censura in patria perché troppo "crudo" nei confronti della Cina contemporanea. Inizia quindi una collaborazione con Takeshi Kitano che porta al suo secondo lungometraggio, Zhantaii (2000). Anche questo film vince molti premi (uno dei quali a Venezia) e si distingue per il coraggio con cui descrive la Cina degli Anni Ottanta. Il film che colloca definitivamente Jia Zhang-ke tra i protagonisti del cinema contemporaneo è Still Life, con il quale vince il Leone d'oro al Festival del Cinema di Venezia. Da questo momento la sua produzione, che continua ad alternare fiction e documentario, diventa ancora più ambiziosa, e l'accento si sposta dalla provincia al cuore del nuovo impero. Con 24 City e soprattutto con I Wish I Knew al centro dell'indagine del regista entra Shanghai, la metropoli che divora il proprio passato e diviene il simbolo di una Cina irriconoscibile anche per i propri abitanti. Si può senz'altro sostenere che il cinema europeo abbia molto influenzato Jia Zhang-Ke e si potrebbero citare in proposito sia Godard che Bresson, sia De Sica che Pasolini e Antonioni, ma è fuori discussione che il regista di Fenyang abbia progressivamente consolidato uno stile personale e inconfondibile, coinvolgente e distaccato allo stesso tempo, realistico e contemplativo, asciutto e fluido, figurativamente affascinante, assolutamente originale nell'approccio a personaggi, situazioni e ambienti.

La personale pressoché integrale di Jia Zhang-ke costituisce un evento inedito per l'Italia, e colma senz'altro una lacuna dei circuiti distributivi, che con l'eccezione di Still Life non hanno voluto proporre, fino ad oggi, al pubblico del nostro Paese alcuno dei suoi film. La retrospettiva Jia Zhang-ke è stata ufficialmente inserita dalla Commissione Europea tra gli eventi correlati al progetto "2012 Anno del Dialogo Interculturale UE-Cina" (<https://ec.europa.eu/culture/eu-china/related-events_en.htm>); il progetto, curato e coordinato dalla C.E. e dal Ministero della Cultura cinese, ha lo scopo di promuovere e rafforzare il dialogo interculturale e la comprensione reciproca attraverso scambi culturali e contatti people-to-people che si terranno negli stati membri dell'Unione Europea e in Cina, di sviluppare la cooperazione tra istituzioni e organizzazioni culturali europee e cinesi, di stabilire un confronto continuativo su argomenti di comune interesse. Qui il programma della retrospettiva.