Il Western tra i protagonisti a Venezia 64.

Oltre alla retrospettiva sul western all'italiana, a Venezia sarà presentata l'edizione restaurata de Il cavallo d'acciaio di John Ford (1924).

L'omaggio della 64. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica (29 agosto - 8 settembre 2007) al Western non si esaurisce con gli oltre 30 film della retrospettiva Western all'italiana - Storia Segreta del Cinema Italiano 4.

L'influenza del Western è ancora viva su molti cineasti contemporanei - come testimoniano i film presentati alla prossima Mostra in prima mondiale di Andrew Dominik (The Assassination of Jesse James by the Coward Robert Ford in concorso), Takashi Miike (Sukiyaki Western Django in concorso) e Alex Cox (Searchers 2.0 nella sezione Orizzonti). L'epoca classica del Western sarà celebrata dalla proiezione, in collaborazione con le Giornate del Cinema Muto di Pordenone, in prima mondiale, della versione restaurata di The Iron Horse (1924) di John Ford (Leone d'Oro alla carriera del 1971), capolavoro del cinema muto che racconta l'epopea della costruzione della prima ferrovia transcontinentale, accompagnato dal documentario di Nick Redman Becoming John Ford, e dalla riscoperta in versioni che li ristituiscono allo splendore d'origine di 5 capolavori western firmati da Budd Boetticher, uno dei grandi cineasti statunitensi che negli anni '50 realizzò una serie di pellicole considerate fra i classici del genere, la maggior parte delle quali produzioni a basso budget ma di grande successo per critica e pubblico.

In collaborazione tra la 64. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica, diretta da Marco Müller e organizzata dalla Fondazione La Biennale di Venezia presieduta da Davide Croff, e le Giornate del Cinema Muto di Pordenone, l'8 settembre al PalaLido alle ore 13 sarà proiettata in prima mondiale la versione restaurata di The Iron Horse (1924), primo film western di John Ford, capolavoro che unisce la perfetta resa spettacolare, basata sulla fusione delle grandi scene di massa, con la profonda introspezione psicologica dei personaggi, rendendo il viaggio per la conquista dell'Ovest, il pionierismo ed il mito della frontiera, un vero e proprio racconto epico. The Iron Horse è stato accuratamente restaurato e la partitura musicale abilmente ri-orchestrata dalla Twentieth Century Fox Home Entertainment e da Schawn Belston della Twentieth Century Fox Archives and Restoration group. La nuova versione musicale del 2007, incisa digitalmente e in 5.1 surround, è di Christopher Caliendo. Insieme alla nuova versione restaurata di The Iron Horse (1924), sarà proposto inoltre il documentario Becoming John Ford, prodotto e diretto dal regista Nick Redman, che ripercorre gli anni passati da John Ford alla Fox durante la presidenza di Darryl F. Zanuck, dai primi film muti per arrivare a Sfida infernale (My darling Clementine, 1946). Girato in bianco e nero, il documentario propone testi estratti da conversazioni di Ford e Zanuck riletti dai registi Ron Shelton e Walter Hill che danno un'immagine esatta dell'incredibile forza creativa di queste due personalità che hanno prodotto assieme alcuni dei migliori film della storia del cinema.

Durante la 64. edizione della Mostra saranno infine proposti 5 dei favolosi western del grande Budd Boetticher, nella nuova versione restaurata, restituiti allo splendore del Technicolor d'origine e a una definizione d'immagine pari a quella delle copie originali anni '50: I tre banditi (The Tall T.,1957) con Randolph Scott e Maureen O'Sullivan, Decisione al tramonto (Decision at Sundown, 1957) con Randolph Scott, Noah Beery Jr. e Karen Steele, Il cavaliere solitario (Buchanan Rides Alone, 1958) con Randolph Scott, Peter Whitney e Craig Stevens, L'albero della vendetta (Ride Lonesome, 1959) con Randolph Scott, Lee Van Cleef, Karen Steele e James Coburn, La valle dei mohicani (Comanche Station, 1960) con Randolph Scott e Nancy Gates. Il restauro dei film di Budd Boetticher prodotti dalla Columbia Pictures è il risultato di molti anni di lavoro. L'operazione, realizzata nei laboratori Cinetech in California, negli studi del Kodak Cinesine di Los Angeles e nei laboratori Cineric a New York, è stata resa possibile grazie sia alla tecnica di restauro tradizionale della fotografia sia a quella più moderna della tecnologia digitale. Tutti e cinque i western che Boetticher ha girato con Randolph Scott si erano deteriorati e hanno richiesto processi speciali di restauro. I cinque film di Boetticher sono un esempio dei grossi problemi della perdita del colore dei film prodotti negli ani '50 con pellicola Eastman Kodak, ciò significa che la maggior parte di questi film hanno perso colore, alcuni gravemente, nel corso dei decenni. Le colonne sonore originali in mono di tutti e cinque i film sono state restaurate digitalmente presso gli studi Chace Audio a Burbank, California, conservando la colonna sonora originale mono per mantenere l'autenticità della prima distribuzione nei cinema.

Budd Boetticher è uno dei grandi registi dell'epoca d'oro di Hollywood, quando "artigiani" come Don Siegel, Anthony Mann e Samuel Fuller riuscivano a esprimere la loro genialità in film a basso costo. Bertrand Tavernier in una celebre intervista del '64 a Boetticher per i Cahiers du cinéma lo definisce come "l'unico ed il più hawksiano dei giovani registi statunitensi". Nonostante i western realizzati nella sua carriera siano meno della metà dei 38 film che ha diretto, è proprio nel genere del western che Boetticher ha lasciato il segno, in particolare con il ciclo di "Ranown" della fine degli anni '50, con protagonista il taciturno Randolph Scott. Un ciclo che può essere considerato come un unico romanzo sulla giustizia e sulle varie forme della sua applicazione nelle diverse situazioni della vita. Il tema dell'uomo solo che combatte non soltanto contro le avversità dell'ambiente ma anche e soprattutto contro le varie forme di ingiustizia, è approfondito e sviluppato attraverso uno sguardo contemplativo e indagatore nei confronti del personaggio e del suo comportamento. I suoi western, a bassissimo costo ma con alcune qualità che ne fanno dei grandi gioielli, hanno impresso una profonda svolta al genere, diventando punti di riferimento importanti per molti maestri del western tra cui Sergio Leone, Clint Eastwood e Sam Peckinpah.