Il Signore degli Anelli nella sua nuova traduzione italiana fa discutere: dimenticatevi Samvise Gamgee, d'ora in avanti il fido amico di Frodo Baggins de si chiamerà Samplicio. Perché è così che compare leggendo il primo volume della trilogia fantasy di Tolkien uscito a fine ottobre dalla casa editrice Bompiani e curata da Ottavio Fatica.
Da mesi questa nuova versione de Il signore degli anelli tiene banco tra i tolkeniani e non solo, con polemiche al vetriolo che hanno anche investito la prima traduttrice dell'opera, Vittoria Alliata di Villafranca, che a soli 16 anni fu la prima a trasporre l'opera di J.R.R. Tolkien, ripresa poi da Quirino Principe.
Ed è in questa versione che gli italiani hanno conosciuto la Terra di Mezzo per ben 49 anni. L'arrivo in libreria del primo libro, La compagnia dell'anello, ha rinfocolato le diatribe tra chi difende la nuova traduzione de Il signore degli anelli perché vista come più aderente all'originale e chi invece la rigetta in blocco. L'AIST, ovvero l'Associazione italiana di studi tolkeniani ha perciò provato a derimere dubbi e spegnere ogni discussione accesa e in una nota uscita il 30 di ottobre ha dichiarato: "Comunque la si pensi sull'argomento, si tratta di un evento fondamentale per la storia di Tolkien nel nostro paese, visto che per la prima volta l'opera del Professore viene affrontata con un'operazione editoriale di livello degno di un Classico della letteratura del Novecento".
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Nel tradurre i nomi Ottavio Fatica ha comunque tenuto conto della imprescendibile Guide to the Names in The Lord of the Rings scritta proprio da Tolkien come ausilio per i traduttori, ed è proprio per questo motivo che ha modificato Samvise in Samplicio. Questo perché, se si va all'appendice F della guida, si scopre che l'originario nome da hobbit di Sam è Banazîr, che significa "half-wise, simple", reso da Tolkien con Samwise, che riprende a sua volta la parola anglosassone samwís, adattabile in italiano con Samplicio. Non è l'unico esempio, il padre di Sam, il vecchio Gaffiere diventa Veglio, mentre il cognome di Merry, Brandibuck, viene tradotto ora come Brandaino. Stesso discorso vale per i nomi geografici: Hobbiville diventa Hobbiton e la Terra di Buck, invece, Landaino. Così come non mancano calchi intrisi di arcaismo: il centoundicesimo compleanno di Bilbo diventa undicentesimo perché nell'originale compare un termine: "Eleventy first" che si richiama all'inglese medievale e pertanto è stato reso in italiano con una forma latineggiante.
Adesso, a distanza, di polemiche abbiamo il libro in mano. I prossimi mesi saranno perciò decisivi per capire l'impatto che questa nuova versione de Il signore degli anelli - La compagnia dell'anello avrà tra i lettori sia vecchi sia nuovi. E magari si spera anche che Fatica possa spiegare al meglio le scelte fatte per la sua traduzione, anche quelle più discusse. In attesa poi di poter vedere il lavoro successivo fatto con gli altri due volumi, Le due Torri e Il ritorno del Re che usciranno a sei mesi di distanza l'uno dall'altro.