Stasera Un giorno in Pretura, il programma di Roberta Petrelluzzi, è incentrato sui cosiddetti compagni di merende. Ecco chi sono i tre uomini accusati di essere i complici di Pietro Pacciani nell'inchiesta su il mostro di Firenze, il serial killer che uccise sedici persone, soprattutto coppie di fidanzati, tra il 1968 e il 1985.
Mario Vanni
Mario Vanni era nato a San Casciano in Val di Pesa il 23 dicembre 1927. Detiene il "copyright" dell'espressione "compagni di merende". Durante il primo processo a Pietro Pacciani, alla prima domanda del Pubblico Ministero sulla sua attuale occupazione Vanni rispose: "Io sono stato a fa' delle merende co' i' Pacciani, no?". Una risposta che sembrò indotta tanto che il giudice Enrico Ognibene lo rimproverò dicendogli: "Lei comincia male, sembra che venga a recitarci una lezioncina".
Mario Vanni, detto "Torsolo" fu arrestato nel febbraio del 1996, poco prima della sentenza - poi annullata - che assolse Pietro Pacciani. Durante il processo i giornali lo descrissero come un uomo ignorante e consumato dall'alcol capace di esprimersi solo in vernacolo. Si mostrò ostile verso i giudici e fu allontanato dall'aula per aver maledetto il Pubblico Ministero Paolo Canessa ed essersi auspicato il ritorno di Benito Mussolini. Mario Vanni era stato coinvolto nell'inchiesta dalla testimonianza di Giancarlo Lotti, subito dopo la lettura della sentenza disse piangendo: "Sono innocente, io non ho fatto nulla. E' tutta colpa di quel bugiardo del Lotti, mi accusa, mi infama e non capisco perché".
L'ex postino fu condannato all'ergastolo per quattro degli otto duplici omicidi del Mostro di Firenze, pena confermata dalla Cassazione. Nel 2004 fu scarcerato per demenza senile e ha trascorso gli ultimi anni di vita in una casa di riposo. È morto a Firenze il 13 aprile del 2009.
Giancarlo Lotti
Giancarlo Lotti era nato a San Casciano in Val di Pesa il 16 settembre del 1940, aveva avuto un'infanzia difficile, orfano ed alcolista era stato aiutato dalla Caritas che gli aveva procurato un alloggio. Il Lotti, detto "Katanga", raccontò di essere stato presente al delitto di Scopeti del 1985 - quando furono uccisi Jean-Michel Kraveichvili e Nadine Mauriot - e accusò Pietro Pacciani e Mario Vanni, nel verbale di interrogatorio si legge: "Appena ci si avvicinò - l'uomo disse di essere in compagnia di Fernando Pucci per spiare le coppiette - vedemmo due persone tra la macchina che ho detto e la tenda. Una era più bassa e tarchiata e l'altra era più alta. Quello tarchiato aveva in mano una pistola. Quello più alto aveva in mano un coltellone da cucina - aggiungendo - uno dei due mi parve il Vanni, anzi era sicuramente il Vanni. Quello tarchiato con la pistola, lo riconobbi per il Pacciani". Poco dopo, in seguito ad alcune intercettazioni con una ex prostituta Giancarlo Lotti, confessò di aver partecipato ai delitti precedenti, in particolare disse di essere stato costretto da Pacciani a sparare a Horst Wilhelm Meyer e Jens-Uwe Rüsch, i due ragazzi tedeschi uccisi il 9 settembre 1983.
Giancarlo Lotti è stato ritenuto credibile come testimone, anche se la corte non gli ha riconosciuto il rango di collaboratore di giustizia. Condannato a 26 anni di carcere, il 15 marzo 2002 fu scarcerato per gravi motivi di salute, quindi fu ricoverato in ospedale per un tumore al fegato e morì il 30 marzo.
Fernando Pucci
Fernando Pucci era nato a Montefiridolfi l'8 novembre del 1932, aveva l'invalidità del 100% in quanto gli era stato diagnosticato un ritardo mentale. Nonostante questo, la perizia del tribunale lo considerò idoneo e suggerì al Giudice che non esisteva motivo perché il Pucci non fosse in grado di testimoniare. Fernando Pucci entrò nell'inchiesta del Mostro di Firenze dopo la testimonianza di Giancarlo Lotti che aveva raccontato che lui ed il suo amico erano in giro alla ricerca di coppiette da spiare quando videro Pacciani e Vanni uccidere i due giovani francesi nella campagna di San Casciano Val di Pesa, in frazione Scopeti.
Fernando Pucci raccontò al giudice cosa successe quella notte: "Per guardare cosa accadeva senza essere notati girammo un po' tra le frasche. Poco dopo vedemmo questa scena: uno dei due, quello più alto, cioè il Vanni, andò dietro la parte posteriore della tenda e con quel coltellaccio da cucina che aveva in mano tagliò il tessuto. A questo punto l'uomo uscì dalla tenda, dalla parte anteriore, scappando verso il bosco. L'altro che aveva la pistola, cioè il Pacciani, gli sparò e gli andò dietro mentre quello scappava, continuando a sparare".
Fernando Pucci non è mai stato accusato di omicidio, è stato considerato un guardone che si è trovato ad assistere per caso ad un duplice omicidio. È morto il 25 febbraio 2017.