Sono molte le serie tv del momento i cui eventi ammiccano a fatti di attualità e politica, e Homeland si staglia fra tutte col suo mix di minacce terroristiche e intrighi di potere tra colletti bianchi in quel di Washington. La sfida, che finora è stata vinta quasi senza intoppi, è sempre quella di sembrare sempre un ritratto delle tendenze attuali, e di fronte agli esiti alternativi e diametralmente opposti cui le prossime elezioni presidenziali negli States potrebbero pervenire, il produttore esecutivo dello show Alex Gansa ha confessato di essere "terrorizzato all'idea che Homeland possa risultare irrilevante o del tutto opposto alla realtà dei fatti".
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Di qui, dunque la scelta di scegliere una donna come prossimo Presidente USA nella serie, ma una che ha dei tratti sia di Trump che di Hillary Clinton nonché di Bernie Sanders. La prossima POTUS sarà infatti una junior senator dello stato di New York che è già assuefatta all'ambiente amministrativo, in quel modo che proprio Trump ha descritto quando ha detto "al governo c'è gente che ha lavorato in ogni amministrazione e ha completamente rovinato il mondo", ma condivide anche il pragmatismo della Clinton, e come lei "sa guardare a questo mondo dall'interno".
Per quanto riguarda invece il destino di Peter Quinn (Rupert Friend), sappiamo ora che almeno all'inizio della sesta stagione sarà vivo. Gansa infatti ha detto: "Voglio essere cauto nel rivelare la sua condizione. Ha sofferto un colpo durissimo nell'ultima stagione, e la sua stessa esistenza è a rischio. Sarà un Quinn molto diverso". Homeland è stato rinnovato per due nuove stagioni, e la prossima inizierà il prossimo 15 gennaio su Showtime.