L'ultima opera di Guillermo del Toro tratta, sotto molti aspetti, della nascita. Tuttavia, durante un discorso tenuto al Marrakech Film Festival in Marocco, il regista di Frankenstein ha rivolto la sua attenzione al tema della morte.
"Perché dovreste voler vivere più a lungo?", ha chiesto alla folla di partecipanti al festival, giornalisti e studenti di cinema. "Sono un grande fan della morte... Penso che la morte sia davvero una cosa positiva. Non vedo l'ora che arrivi, perché è il giorno in cui dici: 'Beh, domani non avrò più alcun problema'".
In una conversazione di quasi due ore moderata da Kim Morgan, sceneggiatrice di Nightmare Alley e moglie di del Toro, il regista ha discusso dell'influenza dei poeti romantici sulla sua filmografia e del suo percorso lungo 50 anni che lo ha portato ad adattare il romanzo gotico per eccellenza di Mary Shelley.
L'amore per Boris Karloff e l'incontro con Frankenstein
Del Toro ha ricordato quando, all'età di 7 anni, guardava Boris Karloff interpretare il mostro di Frankenstein. "Era come una religione. Era la mia chiesa", ha detto. "Ho capito subito che quello che mia nonna provava per Gesù, io lo provavo per Boris. E mi sono riconosciuto in lui".
Quattro anni dopo, del Toro si imbatté in un'edizione tascabile di Frankenstein di Mary Shelley e lo lesse tutto d'un fiato. Il suo obiettivo di una vita era stato quello di realizzare la sua versione del classico gotico, che ha esaudito quest'anno con l'epico film Netflix con Oscar Isaac e Jacob Elordi. Ora che il film è alle sue spalle, del Toro ha detto di sentirsi in una fase di "depressione post-partum".
Parlando della grandiosità del film, del Toro ha spiegato: "Sono messicano, quindi le emozioni sono molto importanti per me. Penso siano molto rare. Siamo arrivati a un punto della civiltà in cui le emozioni sembrano essere qualcosa da nascondere... Viviamo in un momento terribile in cui il cinismo simula l'intelligenza. Se dici 'Credo nell'amore', sei un pazzo. Se dici 'Non credo nell'amore', sei saggio. Non sono d'accordo con nessuna delle due cose".
Il regista: "Per avere successo devi essere pronto a fallire"
Nello spirito dei poeti romantici, del Toro ha affermato di volere che Frankenstein venisse percepito quasi fosse "un'opera lirica".
"I romantici hanno fatto un enorme passo avanti verso la possibilità di essere ridicolizzati", ha aggiunto. Poi, nel corso della conversazione, è tornato sull'idea: "Devi essere completamente aperto al fallimento se vuoi avere successo... devi essere pronto a sembrare ridicolo. Io sono pronto in ogni momento".