Giorgio Panariello, intervistato da Mara Venier a Domenica In, è tornato a parlare della morte di suo fratello Franco, tragicamente scomparso nel 2011 all'età di cinquant'anni. Il comico toscano ha anche scritto un libro, intitolato Sono mio fratello, in cui ha parlato della loro infanzia, dell'abbandono della madre e della sua prematura dipartita.
Franco Panariello, secondo amici e parenti, sarebbe morto per un'overdose di eroina ma, durante l'intervista, Giorgio ha voluto chiarire la faccenda una volta per tutte, rivelando qual è stata la vera causa: "Mio fratello non è morto di overdose, è morto perché è stato lasciato dagli amici sul lungomare di Viareggio come un materasso e se n'è andato a causa dell'ipotermia".
"É morto di freddo per colpa della droga. Poteva succedere a me. Franchino era buono, se non avesse incontrato l'eroina sarebbe stato tutto diverso. Era bravissimo... Mio fratello giocava in modo meraviglioso. Se avesse avuto la possibilità di giocare in una squadra sarebbe diventato un grande calciatore", ha continuato Panariello. "Volevo raccontare la storia di un ragazzo, la sua sfortuna: l'ha avuta lui come l'ho avuta io...".
La notizia della morte di Franco fa data a Panariello da Carlo Conti, amico e collega del comico: "La mattina del 27 mi sono svegliato, ho acceso il cellulare e ho visto che alle 8.30 mi aveva cercato Carlo: aveva saputo di Franco da un'amica poliziotta di Viareggio che, non sapendo come rintracciarmi, aveva avvisato lui. Quando ho saputo, la mia prima reazione è stata di rabbia: Franco, giurandomi che aveva smesso per sempre, mi aveva preso per il culo ancora una volta. Questo ho pensato lì per lì, anche se poi l'autopsia ha confermato che, prima di quella sera era davvero pulito".
Giorgio Panariello, infine, ha confessato di aver rischiato, almeno per un periodo della sua vita, di essere lui stesso vittima di tutto il dolore e di tutti i problemi che arrivano quando si ha una dipendenza: "Nel corso della mia vita ho avuto la sua stessa disperazione ed anch'io ho rischiato di cadere nella trappola degli stupefacenti. Mi son fermato in tempo".