Gabriele Paolini condannato per abusi sessuali su minore, il disturbatore TV sconterà 5 anni di carcere

Gabriele Paolini, il più famoso disturbatore della TV, è stato condannato dalla Corte d'appello di Roma a 5 anni di carcere per abusi sessuali su minore.

Gabriele Paolini, il noto disturbatore della TV, è stato condannato a 5 anni di carcere per abusi sessuali su minore: questa è la sentenza emessa oggi dalla Corte d'Appello di Roma.

Induzione alla prostituzione minorile, tentata violenza sessuale su minorenni e produzione di materiale pedopornografico: queste le accuse a cui Gabriele Paolini era chiamato a rispondere. I giudici romani hanno dunque convalidato sia i capi d'imputazione, sia la pena precedentemente stabilita nel processo del 2017.
Il disturbatore TV era stato arrestato per la prima volta il 10 novembre 2013, all'epoca aveva scontato solo 19 giorni in cella, per poi scontare gli altri 20 mesi ai domiciliari. L'accusa era di aver indotto tre minorenni ad avere rapporti sessuali con lui in cambio di soldi e regali. La procura aveva chiesto 6 anni anni di carcere, l'accusato si è sempre dichiarato innocente.

Paolini era stato già condannato nel 2017 dal Tribunale di Roma ma i suoi legali erano all'epoca ricorsi in Appello. La sentenza di oggi, però, ha sostanzialmente confermato quanto già stabilito in precedenza.
Davanti ai cronisti, dopo essere venuto a conoscenza della sentenza, il disturbatore ha dichiarato: "Oggi è il giorno più importante della mia vita. Nel 2013 ho frequentato un ragazzo di 17 anni, ci siamo amati, mi ha baciato davanti ai giudici. Sentenza complotto contro il personaggio Paolini. Gradirei che dopo la sentenza di Cassazione venissero con me tutti coloro che hanno fatto sesso con me dall'età di 16 anni".

Per i suoi legali, Lorenzo La Marca e Massimiliano Kornmuller, "la sentenza ha un valore e una natura moralistica e omofoba perché i fatti contestati sono avvenuti per una relazione omosessuale. Se si fosse verificato tra due persone di diverso sesso, anche se un maggiorenne e una donna minorenne, sarebbe stato diverso. Aspettiamo le motivazioni per fare ricorso in Cassazione".