Gabriele Muccino: Calabria, terra mia è il corto delle polemiche: "Incommentabile"

Calabria, terra mia di Gabriele Muccino è stato criticato sia dal mondo politico che dai social: il corto è stato creato per pubblicizzare le bellezze e le eccellenze turistiche della Calabria.

Calabria, terra mia di Gabriele Muccino, uscito stamattina, non ha convinto il mondo politico e i social: dopo che il corto è stato rilasciato online il mondo politico e intellettuale della Calabria ha espresso il suo rammarico per quella che viene considerata un'occasione mancata.

Calabria, terra mia è stato voluto da Jole Santelli, la presidente della Regione recentemente scomparsa, con l'intento di pubblicizzare le bellezze e le eccellenze turistiche della Calabria. I protagonisti sono Raoul Bova e Rocio Munoz Morales nei panni di un uomo che porta la sua compagna per la prima volta in Calabria per farle conoscere i posti più belli e suggestivi della regione. Il corto diretto da Gabriele Muccino ha deluso le aspettative dei calabresi: dal mondo polito, intellettuale e dei social si sono alzate una serie di critiche. Il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà ha scritto: "Ho visto solo adesso lo spot di 8 minuti (oltre due dedicati ai soli titoli di testa e coda) scritto e diretto da Gabriele Muccino che narra una Calabria da romanzo Harmony (..) una bella storia d'amore fra Raoul Bova e Rocio Munoz Morales vissuta in una realtà goffamente artefatta e stereotipata. I ragazzi seduti ai tavolini con coppola e bretelle, le donne con indosso abiti tirati fuori dagli armadi degli anni '50, l'uomo che trascina gli asini sono immagini che confliggono con l'esistente e, soprattutto, con la voglia di emergere, la fatica e il desiderio d'affermarsi di una terra che ha sì il mare cristallino, i colori dei campi e i sapori degli agrumi, ma ha anche tanto, tantissimo altro da raccontare. Muccino ha posto limiti a una narrazione che è sconfinata".

Il deputato M5S Paolo Parentela in una nota critica anche i costi del progetto, l'opera del regista è costata 1,6 milioni di euro: "E' vergognoso che la Regione Calabria abbia impegnato quasi 3.300 euro al secondo per un video di otto minuti e mezzo che, mieloso e finto, di fatto ridicolizza la Calabria, la racconta come terra arretrata e ne oscura la montagna, la cultura, la storia, la varietà' e l'unicità'".

Lo scrittore Gioacchino Criaco parla di "Un lavoro artisticamente incommentabile - aggiungendo - Muccino può piacere o no - dice - è certamente uno che di cinema ne capisce, ma il suo cortometraggio è di una pochezza assoluta che non ti aspetto. Questo contrometraggio - aggiunge - è esattamente il contrario di quello che Jole Santelli voleva ottenere. Il suo ultimo post è stato dedicato proprio alla presentazione del corto di Muccino che, ripeto, è un prodotto incommentabile: carente sul piano della recitazione e su quello della sceneggiatura".

Lo scrittore Santo Gioffre' lo descrive così: "È volgare perché trasmette l'idea di una colonia sottomessa alla madrepatria. Le atmosfere sono da Padrino, sembra ambientato negli anni Cinquanta. Ne risulta sminuito ogni senso comune. Di Muccino, da servi, hanno comprato solo il nome e lui, da leghista antelitteram, ci ha trattati da coloni. Lì dentro non c'e' nulla di ciò che puoi trovare in ogni cartolina illustrata degli anni 50. Ci hanno resi inutili. Mi è venuto in mente il caso d'Infrastrutture lombarde"

Anche sui social le reazioni sono state negative: "Riduttivo e inappropriato... ci siamo evoluti non siamo coppole e asinelli", scrive un utente e ancora "La Calabria è molto più che agrumi e mare... Montagna, arte, musica non li ho visti nel video. Da rifare!!!". Sono molte le critiche che si soffermano sullo stile dato al documentario: "Se volevano ricreare una Calabria di almeno 30 anni fa va bene, altrimenti asini, coppole (tipico siciliano) e lambretta parcheggiata non ci siamo proprio" e "Di base l'idea non è neanche così malvagia, il pensiero della compianta presidente Santelli non è secondo me appieno stato messo in atto, in quanto la Calabria tolti i frutti che sono il fulcro del corto, viene un tantino eccessivamente stereotipata"