Ezio Bosso, morto a 48 anni il noto pianista e direttore d’orchestra

Ezio Bosso è morto a 48 anni: il pianista e direttore d'orchestra soffriva da tempo di una malattia neurodegenerativa.

Ezio Bosso è morto a all'età di 48 anni. Il pianista, direttore d'orchestra e compositore soffriva dal 2001 di una malattia neurodegenerativa. Nonostante questo, con la sua musica ed il suo sorriso era diventato uno dei nomi più importanti del panorama musicale italiano ed internazionale. La notizia della scomparsa di Bosso è stata diffusa dal Corriere della Sera.

Ezio Bosso
Ezio Bosso

Nel 2011 dopo un intervento chirurgico per un tumore al cervello gli fu diagnosticata una malattia neurodegenerativa, All'inizio i media avevano parlato di SLA, e fino al settembre 2019 Bosso aveva continuato a suonare e a dirigere. In seguito era stato costretto ad abbandonare ogni attività perché l'uso delle mani era ormai compromesso.

Ezio Bosso era nato a Torino il 13 settembre del 1971. Si avvicina alla musica all'età di 4 anni, grazie ad una prozia ed al fratello musicista. Successivamente, grazie a Ludwig Streicher, inizia a studiare Composizione e Direzione d'Orchestra all'Accademia di Vienna. Si tratta di un incontro importante per la sua carriera. A 16 anni fa il suo esordio come solista in Francia, e subito dopo viene chiamato a suonare dalle maggiori orchestre europee. Negli anni Novanta si esibisce come solista e direttore d'orchestra in numerosi concerti e collabora con tanti artisti internazionali tra cui Gérard Caussé, Pierre Yves Artaud, Laura Chislett. Tra le sue numerose direzioni d'orchestra si ricordano quelle con la London Symphony, l'Orchestra del Teatro San Carlo di Napoli, l'Orchestra Sinfonica Siciliana, dal 14 giugno del 2018 2018 è stato direttore stabile residente del Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste.

In più di un'occasione Ezio Bosso ha lavorato con Gabriele Salvatores per le colonne sonore di Io non ho paura, Quo vadis, baby? e Il ragazzo invisibile, ricevendo due nomination per i David di Donatello. Nel 2015, l'Università Alma Mater di Bologna gli commissiona la composizione dedicata alla Magna Charta delle Università Europee. Nello stesso anno il suo concerto alla Ikon Gallery, all'interno dell'opera 3 Drawing Rooms di David Tremlet è definito dalle riviste specializzate l'evento artistico dell'anno del Regno Unito. Sempre nel 2015 esce The 12th Room, il suo primo disco da solista, e a Sanremo 2016 si esibisce con Following a bird, un brano da questo album.

Nel 2011 subisce l'intervento per una neoplasia e gli viene diagnosticata la sindrome autoimmune contro la quale ha combattuto fino al suo ultimo giorno di vita grazie anche alla forza della sua musica. Poche settimane fa, dalla sua casa a Bologna, Ezio Bosso aveva detto "quando riapriranno le gabbie la prima cosa che farò sarà mettermi al sole. La seconda sarà abbracciare un albero".