È ricca di gustosi aneddoti la lavorazione di Django Unchained. Parlando con Vanity Fair, Jamie Foxx ha svelato alcuni retroscena del film di Quentin Tarantino. Uno dei ricordi più gustosi riguarda la ritrosia del co-protagonista Leonardo DiCaprio nel leggere gli epiteti razzisti contenuti nella sceneggiatura. Il divo avrebbe interrotto la lettura a causa dell'uso ripetuto della parola 'nigger' da parte di Tarantino, che il suo personaggio, il proprietario di schiavi sociopatico Calvin Candie , ha spesso sulle labbra.
"L'argomento. La parola 'nigger', in particolare. Leo aveva difficoltà a pronunciare quella parola", ha ricordato Jamie Foxx. "Stiamo leggendo e Leo dice: 'Ehi, ragazzi. Mi fermo! Non posso farlo. Questo non sono io.' Samuel L. Jackson risponde: 'Dì quella merda, figlio di puttana! È solo un altro martedì. Si fottano."
"Ho detto a Leo che ai tempi della schiavitù non ci saremmo mai parlati", ha aggiunto Jamie Foxx. "Non sono tuo amico. Non sono Jamie Foxx. Sono Django. Non sarai davvero in grado di interpretare quel personaggio finché non capirai cos'è la schiavitù. È stata dura. è stato orribile. Quindi il giorno dopo vedo Leo e gli dico cosa gli spetta. Non mi parla. È pronto. Tutti hanno iniziato a scavare dentro di sé".
Il pudore di Leonardo DiCaprio
Samuel L. Jackson ha rivelato al New York Times che lui e Quentin Tarantino avevano detto personalmente a DiCaprio che avrebbe dovuto pronunciare la parola 'nigger' anche se lo metteva a disagio, aggiungendo: "Ogni volta che qualcuno vuole fare un esempio di uso eccessivo di quella parola, citano Quentin. È ingiusto. Sta semplicemente raccontando quella storia e i personaggi parlavano così. Quando lo fa Steve McQueen, è arte. È un artista. Quentin è semplicemente un regista di popcorn movies".
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Jackson ha difeso a lungo l'uso di insulti razzisti da parte di Quentin Tarantino nelle sue sceneggiature. L'attore ha detto nel documentario di Tarantino QT8: The First Eight che "non c'è disonestà in tutto ciò che Quentin scrive o nel modo in cui le persone parlano nei suoi film. Non puoi semplicemente dire a uno scrittore che non può mettere le parole in bocca a persone della loro etnia o intervenire nel nel modo in cui usano le loro parole. Non puoi farlo, perché altrimenti diventerebbe un falso. Non è onesto".