Disney, l'ex animatore John Musker attacca: "Devono smettere di anteporre il messaggio all'intrattenimento"

Il regista dei Classici animati Aladdin e La sirenetta ha attaccato l'operato della major.

La principessa Jasmine fuggita da palazzo in una scena di Aladdin

John Musker è uno degli storici animatori del Rinascimento Disney, regista di alcuni dei più apprezzati Classici tra la fine degli anni '80 e gli anni '90. In una recente intervista al quotidiano spagnolo El País, Musker ha criticato pesantemente la scelta della sua ex azienda, che ha lasciò nel 2018 in un periodo di profondo cambiamento per la Disney.

Musker ha lavorato a film come La sirenetta, Aladdin e Oceania ma rientrò fra gli addii di quel periodo che coincise con le nuove iniziative legate alla diversità, all'equità e all'inclusione. Ancora amareggiato, il regista si è rivolto alla Disney dispensando qualche consiglio e sostenendo che bisognerebbe sempre partire dalla storia.

Trama o messaggio

"I classici film Disney non sono iniziati cercando di trasmettere un messaggio. Volevano che ti coinvolgessi nei personaggi, nella storia e nel mondo raccontato, e penso che questo sia ancora il cuore della questione. Prima devi creare dei personaggi con cui simpatizzare, e che siano avvincenti. Penso che debbano ricalibrare un po' la rotta, mettendo il messaggio in secondo piano, dietro l'intrattenimento. Una storia avvincente e personaggi coinvolgenti" ha spiegato Musker, che alla Disney ha lavorato anche nelle vesti di sceneggiatore e produttore.

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Halle Bailey osserva il mondo in superficie nel remake de La sirenetta

Un suggerimento cha pare sia stato già accolto da Bob Iger, CEO Disney, che ha confermato l'intenzione della major di puntare prima sull'intrattenimento e poi sui messaggi, promettendo di evitare le battaglie che riguardano le varie guerre culturali in atto. Secondo Iger, i creatori Disney avrebbero perso di vista i loro compiti e che da quando ha lasciato la carica prima di tornare la situazione è peggiorata, perché i messaggi positivi al mondo non dovrebbero essere imposti al pubblico. La situazione complicata disneyana è certificata anche dalla recente presa di coscienza della perdita di quasi 4 miliardi.