Davide Ferrario tra cinema e TV

Nel futuro del regista un film tratto dal romanzo Lillà e bandiera e una fiction tv dedicata a Fred Buscaglione.

Un film tv su Fred Buscaglione, un romanzo che uscirà a gennaio per Rizzoli e un film tratto dal libro di John Berger Lillà e bandiera, di cui ha già comprato i diritti. E' un futuro prossimo ricco di progetti quello che Davide Ferrario racconta dall'Umbria Film Festival, dove il regista bergamasco, ma ormai torinese d'adozione, ha ricevuto il premio Premio Ricerca come miglior film italiano 2009 per il suo musical carcerario Tutta colpa di Giuda e le chiavi della città di Montone, riconoscimento che ogni anno il Festival e il comune umbro assegnano ad un autore in omaggio alle sue visioni cinematografiche. Sulla fiction tv dedicata all'autore di Che bambola!, però, il regista di Dopo mezzanotte è parco di parole. Bocca cucita sulla produzione e su chi tra Rai e Mediaset sia in partita. '"C'è una trattativa in corso" taglia corto. Nulla anche sull'attore che interpreterà Buscaglione. "'Posso solo dire che ha una bella voce'".

Sul resto, invece, cade la cortina di silenzio. A gennaio uscirà per Rizzoli Nel tempo che ci è dato, anche se ''sul titolo ci sto ancora pensando''. Per Ferrario è un ritorno alla letteratura a 15 anni di distanza dal suo primo Dissolvenza al nero. ''Per me è questo il mio esordio letterario, l'altro era un esercizio di stile. E' una storia che nasce dal carcere, dieci anni di volontariato in galera si fanno sentire. E' la storia di uno che esce da dietro le sbarre e incontra la figlia che ha fatto venticinque anni prima ma della cui esistenza non sapeva nulla''. Un rapporto tra un padre e una figlia perché, chiosa il regista, ''i personaggi femminili sono molto più interessanti''.

Idee chiare anche per il prossimo film, ispirato al libro Lillà e bandiera dell'ottantenne inglese John Berger. ''Da tanto tempo volevo fare un film da un suo libro. Sarà perché ho 50 anni ma ho sempre più fiducia nei grandi vecchi" confessa Ferrario che si interrompe per ricordare l'incontro con Mario Rigoni Stern sul set del documentario La strada di Levi. "'Se tutti facessero bene quel che sanno fare, sarebbe già un buon inizio', mi disse a proposito della ricetta per cambiare il mondo''.
Tornando al libro di Berger, il regista di Tutti giù per terra non ha dubbi. "E' la storia di due ragazze, una delle più belle storie d'amore dopo Romeo e Giulietta. L'amore ai tempi della globalizzazione: è pura poesia".