Intervistato da Brittany Broski, David Corenswet ha definito Casino Royale "uno dei migliori film mai realizzati" e ha condiviso una teoria personale sul primo omicidio doppio di Bond. Secondo l'attore, la sequenza d'apertura contiene un dettaglio psicologico sfuggito a molti, che dice molto sul 007 interpretato da Daniel Craig e sulla sua visione dell'agente.
David Corenswet rilegge ed elogia Casino Royale
Nel regno delle rivelazioni pop, capita che un attore destinato a vestire i panni di un'icona, come il caso di David Corenswet, il nuovo Superman, decida di inchinarsi a un altro mito dell'immaginario collettivo: James Bond. Durante una conversazione sul canale YouTube Royal Court con Brittany Broski, Corenswet ha espresso una profonda ammirazione per Casino Royale, dichiarando che è "uno dei migliori film mai realizzati". Ma non si è fermato qui. L'attore ha svelato una sua teoria sulla celebre sequenza in bianco e nero che introduce il Bond di Daniel Craig, considerata da molti la miglior apertura dell'intera saga.

Corenswet mette in discussione la lettura canonica del secondo omicidio necessario per ottenere lo status 00. In apparenza, sarebbe quello compiuto ai danni del capo sezione MI6, freddato in ufficio con freddezza olimpica. È qui che Bond pronuncia il celebre "Sì, con una certa facilità". Ma secondo Corenswet, il vero secondo omicidio avviene qualche istante prima, quando il contatto che Bond aveva appena affogato nel lavandino riemerge improvvisamente, costringendolo a sparargli. "Tutti pensano che il secondo omicidio sia quello nel momento finale, ma in realtà, per Bond, è già avvenuto: ha creduto di aver ucciso l'uomo, e poi si è ritrovato a doverlo abbattere. E quello, per lui, è stato facilissimo", afferma l'attore.
La riflessione di Corenswet mette in luce un nodo centrale nella narrazione bondiana degli anni Craig: la frattura tra esperienza vissuta e protocollo istituzionale. Secondo l'MI6, Bond non è ancora pronto finché non elimina il capo sezione. Ma nell'universo interiore dell'agente, il passaggio simbolico è già stato compiuto. Questa dissonanza diventa una chiave di lettura del Bond moderno, più istintivo, irregolare, emotivamente esposto.
Il fatto che il secondo omicidio avvenga nel caos di un lavabo e non nella compostezza di un ufficio segnala già una rottura con l'immagine classica dell'agente britannico. In Casino Royale, Bond non diventa 007 per decreto: lo diventa perché è sopravvissuto a un errore, a un'imprevedibilità, a qualcosa di troppo umano. La visione di Corenswet, più psicologica che cronologica, illumina un dettaglio apparentemente marginale ma rivelatore della direzione più brutale, vulnerabile e, forse, autentica intrapresa dalla saga nell'era Craig.