Claudio Baglioni è il protagonista della nuova puntata di Stories, in onda stasera 17 aprile alle 21:00 su Sky TG24 e sempre disponibile On Demand. Ospite del vicedirettore della testata Omar Schillaci, con la regia di Francesco Venuto, il cantautore si racconta in 'Claudio Baglioni - A tutto cuore'.
Sarà nelle sale cinematografiche il 15, 16 e 17 maggio con un film evento dal titolo TUTTI SU! Buon compleanno Claudio (prodotto da Friends & Partners insieme con Come srl, in collaborazione con il Teatro dell'Opera di Roma, distribuito da Medusa Film) sul progetto musicale inedito di Claudio Baglioni, "Dodici Note - TUTTI SU!", ovvero i 12 spettacoli che hanno avuto luogo dal 3 al 19 giugno scorso alle Terme di Caracalla dove per la prima volta un cantante di musica popolare ha aperto la Stagione Lirica del Teatro dell'Opera di Roma. "Da questo nostro concerto viene estratto un film perché aveva innanzitutto ingredienti e dei contenuti interdisciplinari - ha spiegato il cantante - Quindi, oltre alla musica e alla parola, si erano uniti il gesto, la movenza, la danza, la proiezione. Il luogo è magico perché sono le rovine delle Terme di Caracalla, ma ancora molto ben conservate. E dentro c'era appunto la storia, un po' la mia ma anche la storia di dodici personaggi che erano i performers che hanno riempito il palcoscenico".
Eventi unici e straordinari e il forte amore per la musica nella chiacchierata che ripercorre alcune delle tappe della sua vita e prestigiosa carriera. Partendo dalla prima volta davanti a un pubblico: "A sedici anni mi esibii in un teatrino di periferia, un cinema Teatro di Roma che si chiamava Espero, che quella sera si chiamava solamente "Esero" perché la lettera "p" era stata tirata giù con una sassata". Tanti tentativi prima del successo: "A un certo punto avevo perso tutte le speranze di affermarmi qui in Italia, mi capitò di vincere il premio della critica al festival internazionale di Sopot in Polonia e di avere molti ingaggi, sia lì che in Cecoslovacchia e mi trovai così ad avere un successo favoloso, tant'è che pensavo che non sarei più tornato in Italia".
Poi però arrivò Questo piccolo grande amore (nominata Canzone del secolo) e una carriera costellata da record e grandi numeri e "Siccome il successo succede una volta sola che è la prima, si fa questa strada a perfezionare, a cercare di fare sempre meglio". Ed ecco allora la ricerca continua nella musica e nell'accuratezza e originalità dei tour: come nel 1990 allo Stadio Flaminio per la prima volta un concerto con il palco al centro o un altro primato in uno Stadio Olimpico mai concesso interamente per un grande show: "Credo che sia ancora il record di presenze con 85.000 persone".
E ancora, lo spettacolo per i suoi 50 anni di carriera in un'Arena di Verona mai utilizzata a 360 gradi per un concerto o il Teatro dell'Opera di Roma nel periodo della pandemia interamente occupato in ogni suo spazio, compresi camerini e foyer come palcoscenico: "Vedendolo così chiuso, così polveroso, tutto a un tratto privo di vita ho detto 'dobbiamo far qualcosa' e insieme a Giuliano Peparini ci è venuto in mente questo spettacolo totale".
Dal 21 settembre partirà, poi, il nuovo tour aTUTTOCUORE. "È un concerto che si preannuncia forse come il più spettacolare di tutti, per le dimensioni del palcoscenico ma anche per la tridimensionalità di tutta la scena. Sarà sorprendente per gli occhi e spero che la musica sarà buona per le orecchie". Ma cosa spinge a un artista come lui a svolgere ancora con immutata passione il suo lavoro? "La curiosità e penso anche al fatto di continuare a illudermi di meritare il successo". E se gli si chiede se "vorrebbe essere più..." la sua risposta è: "Spensierato e ho scoperto che riesco ad essere spensierato e anche felice quando sono sul palco, quando tutto va bene, quando suono e canto".