Chef Rubio, futuro in RAI? Michele Anzaldi: "Dategli un programma. O c'è pregiudizio politico?"

Michele Anzaldi, segretario della Commissione Vigilanza, lancia una provocazione alla RAI, chiedendo di affidare a Chef Rubio un programma per dimostrare che non esistono pregiudizi politici.

Chef Rubio approderà in RAI? Per Michele Anzaldi, che è segretario della Commissione Vigilanza del servizio pubblico radiotelevisivo, il cuoco romano dovrebbe avere subito un programma tutto suo dalle parti di viale Mazzini, per tante buone ragioni.

Certo, il tweet di Michele Anzaldi che tende una mano a Chef Rubio non è esente da una certa dose di provocazione. Il deputato di Italia Viva scrive infatti: "Chef Rubio lascia Discovery: la Rai avrà il coraggio di proporgli un programma, magari che parli di ultimi e periferie e sappia interessare i giovani? Oppure ci sarà un pregiudizio politico per le sue idee? In questa Rai vengono ingaggiati solo biografi e supporter di Salvini?". Chef Rubio non ha mai fatto mistero delle proprie posizioni politiche in netta contrapposizione con quelle di Matteo Salvini, cosa che, secondo molti, avrebbe dato forma a quello che è stato descritto come un vero licenziamento da parte di Discovery. Nella giornata di ieri lo stesso Rubio ha descritto il proprio addio a Camionisti in trattoria come consensuale, e dettato da ragioni di ordine personale, ma, come sembra evidente dal tweet, sono ancora in tanti a pensare che un grosso peso nella decisione potrebbero averlo avuto le antipatie politiche.

La provocazione verrà accolta dalla RAI? Difficile dirlo oggi, soprattutto perchè Michele Anzaldi non è nuovo a questo tipo di "proteste": se durante l'estate si era distinto per la battaglia sull'assunzione, negli studi di viale Mazzini, di personaggi vicini a Matteo Salvini, ha da poco anche lanciato una petizione per ridurre la quota del canone RAI. Il motivo? Il cattivo servizio informativo offerto ai contribuenti, costretti a cercare informazioni non faziose sulle emittenti concorrenti, la scarsa qualità dell'intrattenimento e il mancato rispetto del pluralismo. La petizione lanciata 3 giorni fa - che propone l'ulteriore abbassamento del canone dai 90 euro stabiliti dall'allora governo Renzi a 70 euro - , ha già raccolto quasi 20.000 firme.