Cary Fukunaga: ecco perché ha lasciato il remake di It

Cary Fukunaga racconta delle divergenze creative che l'hanno costretto a lasciare la produzione del film.

Grazie all'attenzione che sta ottenendo già a Venezia il film di Cary Fukunaga con Idris Elba, Beasts of No Nation, il regista reso celebre da True Detective si trova a rispondere a molte domande, era dunque prevedibile che tornasse a parlare del remake di IT, un film la cui realizzazione si dava per certa.

Il regista Cary Fukunaga sul set del film Sin Nombre
Il regista Cary Fukunaga sul set del film Sin Nombre

Fukunaga, spiega nella cover story di Variety, aveva già steso la sceneggiatura insieme a Chase Palmer, dopo che nel 2012 si era imbarcato nell'adattamento cinematografico del romanzo di Stephen King, che finora è stato oggetto solo della famosa miniserie televisiva degli anni '90. Ma Fukunaga questa estate è uscito dal progetto, e ora la New Line sta cercando un nuovo regista, ma anche una nuova sceneggiatura.

Fukunaga voleva trarne due film. I primi resoconti della vicenda individuavano le ragioni dell'abbandono da parte del regista in questioni di budget, ma egli smentisce. Entrambe le parti avevano raggiunto un accordo su un budget di 32 milioni di dollari per due film, la vera ragione della divergenza, secondo Fukunaga, sta nella direzione che volevano imprimere alla storia. La New Line non ha ancora commentato.

Ecco tutta la sua versione dei fatti.

Non credo che si possa rendere giustizia a Stephen King con una sceneggiatura inoffensiva.

"Volevo fare un film horror non convenzionale. Non rientrava nell'algoritmo di ciò che sapevano di poter spendere e su cui lucrare, considerando che non volevano offendere il loro pubblico abituale. Il budget andava perfettamente bene. Ci siamo sempre aggirati intorno alla cifra di 32 milioni di dollari. È stato a livello creativo che ci siamo scontrati. Dovevano essere due film. A loro non importava nulla. Nel primo film, ciò che avevo intenzione di fare era un film horror d'alto livello con personaggi veri. Loro non volevano personaggi. Volevano archetipi e spavento. Ho scritto la sceneggiatura. Pretendevano che ne scrivessi una molto più inoffensiva e convenzionale. Ma non credo che si possa rendere giustizia a Stephen King con una sceneggiatura inoffensiva.

"La vera differenza era rendere Pennywise molto più che il clown. Dopo 30 anni di cattivi che possono leggere le emozioni dei personaggi e spaventarli, volevo escogitare un sadismo e un'intelligenza particolari nel modo in cui terrorizza i bambini, e poi anche i bambini... avevano delle vite prima di essere terrorizzati. E tutto quel lavoro sui personaggi richiede tempo. È un processo di costruzione lento, ma ne vale la pena, soprattutto nel secondo film. Ma senza dubbio giànel primo film, ti ripaga".

Tim Curry è Pennywise in IT
Tim Curry è Pennywise in IT

"Rifiutavano ogni singola cosa e volevano che apportassi modifiche. Le nostre conversazioni non erano accese, erano piuttosto quietamente acrimoniose. Non volevamo fare lo stesso film, noi e loro. Avevamo già speso milioni in pre-produzione. Di sicuro io non volevo fare un film in cui ogni mia mossa fosse costretta per tutta la produzione, e quindi non ero davvero libero di fare qualcosa di buono per loro. Non ho mai il desiderio di rovinare le cose. Ho quello di fare del mio meglio.

"Abbiamo investito anni e così tanta narrazione ed aneddoti. Chase ed io abbiamo riversato le nostre infanzie in quella storia. Quindi la nostra più grande paura era che avrebbero presola nostra sceneggiatura e l'avrebbero imbastardita. Perciò sono grato,in realtà, che intendano riscrivere la sceneggiatura. Non avrei voluto che rubassero i ricordi della nostra infanzia per usarli nel film. Cioè, non sono nemmeno sicuro che i fan avrebbero apprezzato quello che avevo fatto. Stavo facendo onore allo spirito di Stephen King nel romanzo, ma avevo bisogno di aggiornarlo. King ha visto una delle prime bozze e gli è piaciuta".

In effetti, nelle parole di Fukunaga, l'approccio al materiale in questione sembra davvero interessante... peccato che la sua visione così personale non possa approdare al cinema. Chissà cosa succederà al pagliaccio più spaventoso di sempre, prima di arrivare sul grande schermo.