Il mondo del cinema sta rendendo omaggio a Bernardo Bertolucci, scomparso ieri a 77 anni, l'ultimo, solo in ordine di tempo, è il ricordo di Martin Scorsese, affidato a un comunicato stampa. Il regista di Taxi Driver e Toro Scatenato ha definito il maestro italiano "un'ispirazione" che ha saputo, più di tanti altri, influenzare il suo modo di fare film. Martin Scorsese ha affermato che il primo approccio con il cinema di Bertolucci è stato di quelli che non si dimenticano mai: la pellicola in questione era Prima della rivoluzione, del 1964, e la sua prima visione lasciò il regista italo-americano "in stato confusionale, senza parole. Ero davvero sbalordito e commosso dal livello di pura maestria e talento sullo schermo, scioccato dalla libertà dell'immagine, anche confuso dai tanti riferimenti culturali ma, essendo uno che nella vita voleva fare film, ero assolutamente ispirato".
Negli anni ha applaudito Il conformista, Ultimo tango a Parigi, L'ultimo imperatore, tutti film che hanno avuto una profonda influenza sul suo cinema e su quello di Hollywood in generale. Scorsese ha anche ricordato la profonda tristezza provata alla notizia della malattia di Bertolucci, l'angoscia nel vederlo su una sedia a rotelle (i due registi si sono incontrati per l'ultima volta nel 2010 durante una cena di gala organizzata in occasione del restauro de La Dolce Vita), pensando a quanti film ancora desiderasse fare. Concludendo: "quando penserò a lui vedrò per sempre un uomo eternamente giovane".
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Ecco il testo completo del comunicato stampa: "Nel 1964, andai all'Alice Tully Hall al Lincoln Center per la seconda edizione del New York Film Festival. C'ero andato per vedere un nuovo film italiano, si chiamava Prima della rivoluzione ed era di un giovane regista di nome Bernardo Bertolucci. Sono uscito dalla sala in stato confusionale, senza parole. Ero davvero sbalordito e commosso dal livello di pura maestria e talento visti sullo schermo, ero scioccato dalla libertà dell'immagine, anche confuso dai tanti riferimenti culturali, ed essendo qualcuno che nella vita voleva fare film, ero ispirato. Prima della rivoluzione mi ha aperto molte porte, a me come a molti altri giovani cineasti. E Bertolucci ha continuato ad aprire le nostre menti - con Il conformista, che ha avuto una profonda influenza sul cinema hollywoodiano, con Ultimo tango a Parigi, un esplosivo oggetto culturale, con L'ultimo imperatore e con Il tè nel deserto, che hanno reinventato il concetto di film storico. Quando penso a Bertolucci, l'uomo, l'artista, la parola che viene in mente è raffinatezza. Sì, era provocatorio, ma la grazia con cui si esprimeva, la sua profonda comprensione della sua storia e della cultura, rendevano il suo cinema e la sua persona così speciali, unici. Bernardo ha passato gli ultimi anni della sua vita su una sedia a rotelle, viaggiare era diventato estremamente difficile per lui. Questo ha rattristato tutti noi che lo conoscevamo, perché aveva ancora tante idee, tanti progetti, e probabilmente tanti altri film da realizzare. Quando penserò a lui, vedrò sempre un uomo eternamente giovane".