La 42a edizione di Bergamo Film Meeting, in programma dal 9 al 17 marzo 2024, celebra il regista e sceneggiatore georgiano naturalizzato francese Otar Iosseliani, scomparso il 17 dicembre 2023 a Tbilisi, con una personale completa in anteprima italiana. Attento osservatore dei comportamenti umani e lungamente osteggiato dalla censura sovietica è stato un autore acclamato dalla critica internazionale e ha conquistato numerosi riconoscimenti tra cui Venezia, Cannes e Berlino.
La sezione del Festival dedicata alle retrospettive storiche si completa poi con un omaggio al prolifico e brillante Sacha Guitry, attore, sceneggiatore, drammaturgo e regista, tra le personalità più affascinanti e versatili del teatro e del cinema francese del Novecento.
Otar Iosseliani (Tbilisi, 1934 - Tbilisi 2023) è stato un regista, sceneggiatore e attore georgiano naturalizzato francese. La passione giovanile per la musica (studiò pianoforte al Conservatorio di Tbilisi - all'epoca parte dell'Unione Sovietica - prima di scoprire la sua passione per il cinema) e le scienze non lo ha mai abbandonato; la sua opera è improntata a strutture analoghe alla sinfonia o alla sonata e a una continua ricerca di precisione formale spinta all'estremo e mai fine a sé stessa. Gli stessi rapporti tra personaggi sono segnati da confronti tra vuoti e pieni, silenzio e suoni, come in una partitura musicale.
Sacha Guitry (San Pietroburgo 1985 - Parigi 1957), all'anagrafe Alexandre-Pierre Georges Guitry, è stato un attore, sceneggiatore e regista francese. Figlio del celebre attore Lucien Guitry, sin da giovanissimo frequenta l'ambiente teatrale dell'epoca. Dopo alcuni anni trascorsi a San Pietroburgo, la famiglia si trasferisce a Parigi nel 1891. Qui, Sacha entra in collegio, ma dimostra scarsa inclinazione per gli studi. Si dedica invece al teatro, scrivendo pièce e recitando commedie al Théâtre de la Renaissance, diretto dal padre, ma per forti contrasti personali se ne allontana. Il distacco durerà parecchi anni. A soli diciassette anni scrive e interpreta La Page e tre anni dopo si fa conoscere al grande pubblico con Nono, ottenendo un grande successo. I suoi modi di aristocratico sprezzante e sarcastico, il suo eloquio brillante, fanno di lui un personaggio di spicco della vita parigina nei primi anni del ventesimo secolo. Maestro nel genere del vaudeville, sforna pièce a ripetizione, portando sul palcoscenico gli echi della sua vita privata: passa da un matrimonio all'altro, alimentando sia la cronaca rosa che gli incassi del proprio teatro.