Nei due anni in cui si sono frequentati David Bowie rubava il fondotinta ad Amanda Lear e le sporcava le lenzuola di trucco. Il curioso retroscena sulla relazione tra i due artisti è stato svelato dalla Lear in un'intervista a Leggo, in cui ha rivelato che vorrebbe chiudere la sua carriera di attrice con Woody Allen.
Amanda Lear, che gli spettatori di Sky Cinema Uno potranno vedere stasera nel film Metti una notte, fu avvicinata da David Bowie dopo aver posato per la copertina del disco dei Roxy Music, For your Pleasure. La loro relazione è durata circa due anni, parlando con il giornalista di Leggo, Amanda ricorda che con il Duca Bianco litigava anche per motivi inaspettati: "C'erano anche scontri, Bowie mi rubava i fondotinta e siccome la sera non si struccava mi macchiava le federe". Amanda lasciò Bowie, che in quegli anni aveva una forte dipendenza dalla droga, ma a lui deve il suo ingresso nel mondo della musica.
Amanda Lear ha sempre amato il cinema, prima di chiudere la sua carriera di attrice vorrebbe lavorare con Woody Allen: "Spero mi chiami Woody Allen tanto per far capire meglio che Amanda non è solo quella di 'Voulez-vous un rendez-vous tomorrow' (il ritornello del suo primo successo discografico del 1977)". La sua carriera di attrice la Lear l'ha esercitata soprattutto in Francia: "In Italia mi sono fermata a Zio Adolfo in arte Fuhrer con Adriano Celentano. Un disastro - dice l'attrice che spiega la sua partecipazione alla pellicola di Cosimo Messeri - Oggi credo che il meglio arrivi dai giovani e preferisco lavorare con un autore alla sua opera prima piuttosto che strapagata in una super produzione".
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Amanda Lear è stata modella, pittrice, attrice, cantante ed anche conduttrice televisiva, fra tutte queste attività il voto più alto la se lo dà come pittrice: "Mi dispiace che sia il mio lato meno conosciuto nonostante le mostre, ho fatto le Beaux Arts a Parigi". La musa di Salvator Dalì negli anni settanta fu al centro di un grande dibattito mediatico sulla sua sessualità: "Non so, io volevo solo creare curiosità. Se poi a qualcosa è servito...", dice la Lear che ricorda con nostalgia il maggio francese e quel periodo pieno di speranze "Oggi siamo ridotti malissimo tra ipocrisia, razzismo, omofobia. Mi sforzo d'essere ottimista. Meglio i tempi del maggio francese e della rivoluzione sessuale".