Alessandro Borghese 4 Ristoranti, Milano: chi ha vinto la puntata

Alessandro Borghese 4 Ristoranti ha decretato quale sia il miglior ristorante per un brunch a Milano nella settima puntata: ecco chi ha vinto!

Alessandro Borghese 4 Ristoranti, dopo aver setacciato l'eclettica Milano alla ricerca del miglior ristorante per un brunch, ha decretato chi ha vinto: Hygge è il miglior locale del capoluogo lombardo per un pasto che non è né pranzo né colazione.

Dal sapore vagamente scandinavo (dobbiamo ammetterlo, da quel che si vede probabilmente un po' meno di quanto i proprietari vorrebbero, ma ci sono buoni margini di miglioramento), Hygge, locale che Matteo gestisce in famiglia con cugina e fratello, si è aggiudicato una puntata litigiosissima e competitiva (dobbiamo ammettere anche questo: molta di quella competizione non ha trovato alcuna giustificazione nella nostra visione casalinga).
I 4 sfidanti infatti - gli altri erano il Crazy Cat Cafè di Alba, Tenoha di Youssra e il Piccolo Cafè & Restaurant - hanno dato vita a una vera e propria guerra sotto gli occhi di chef Borghese, senza esclusione di errori, lamentele semiserie e risposta al vetriolo.

Si dirà che in fondo quella di Alessandro Borghese 4 Ristoranti è una gara, dove in palio non c'è solo il premio finale ma c'è soprattutto la reputazione, almeno nel breve periodo che segue alla puntata, dei singoli locali concorrenti. Si dirà questo, sì, ma si dirà anche che poi nessun avventore vorrebbe avere a che fare con gestori e locali "imbruttiti", tanto per usare un termine che, dobbiamo constatare, evidentemente in alcuni ambienti milanesi viene percepito con accezione positiva se, come pare, ci si impegna al massimo per raggiungere lo status.
E ha ragione Matteo a voler puntualizzare sul muro di Hygge che la città meneghina è talmente piena di posti pretenziosi e senz'anima da aver sentito il bisogno di creare un luogo che potesse diventare invece, col tempo, un inno alla convivialità durante un rilassante brunch del sabato, magari. Pazienza se i vassoi sembrano "un po' da carcerati" o se sul pane c'è troppa marmellata.

In una città in cui le possibilità di scelta, ogni volta che non si ha voglia di cucinare, sono fin troppo ampie, ma in una fase storica in cui, prima di uscire di casa, si valuta attentamente la più rassicurante prospettiva di non farlo, a fare la differenza per un avventore non è altro che l'esperienza offerta (o almeno promessa), e che spesso si è più disposti a tollerare un pizzico di sale mancante nelle uova strapazzate (ma l'uovo crudo proprio no!) rispetto a un locale apparentemente perfetto ma freddo, o a un gestore con la frusta in mano.

Quindi, alla fine della fiera e della puntata, ha vinto il solo, Matteo con il suo Hygge, che abbia mostrato le carte necessarie per convincere non soltanto Alessandro Borghese a stappare la birra del trionfo ma anche la parte milanese del pubblico a concedere una chance nella vita reale. (Originale l'idea di Alba con il suo Crazy Cat Cafè ma per sua stessa natura un po' troppo selettiva).