Alan Moore ha chiesto alla DC di inviare le sue royalties e i suoi profitti a Black Lives Matter

Alan Moore rifiuta i diritti provenienti dagli adattamenti dei suoi lavori per il cinema e la tv e ha dirottato tutti gli assegni a favore di Black Lives Matter.

Alan Moore ha chiesto alla DC di inviare le sue royalties e i suoi profitti a Black Lives Matter

Alan Moore, l'autore di culto di graphic novel come Watchmen, V per Vendetta e Batman: The Killing Joke, ha rivelato al Telegraph di aver dirottato da tempo le sue royalties da parte di DC Comics per i film e le serie tratte dai suoi lavori sui conti di Black Lives Matter.

Alan Moore
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Il Telegraph ha chiesto a Moore se fossero vere le notizie secondo cui avrebbe preso tutti i soldi che guadagna da film e serie TV e li avrebbe divisi tra scrittori e altri creativi, al che lo scrittore ha risposto: "Non desidero più nemmeno che siano condivisi con loro. Non ho la sensazione che, con i film recenti, siano rimasti fedeli a quelli che ritenevo fossero i loro principi originali. Quindi ho chiesto alla DC Comics di inviare tutti i soldi per eventuali serie TV o film futuri a Black Lives Matter".

Alan Moore ha specificato di non essere interessato al denaro e di vivere una vita tranquilla a Northampton, in Inghilterra. In passato, l'autore di culto ha espresso ripetute critiche sugli adattamenti del suo lavoro e ha condannato i film di supereroi contemporanei definendoli "una piaga per il cinema e anche per la cultura in una certa misura". In un'intervista dell'ottobre 2022 con The Guardian ha affermato che la passione degli adulti per i film sui supereroi è una infantilizzazione che può fungere da "precursore del fascismo".

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"Non pensavo davvero che i supereroi fossero roba per adulti", ha commentato. "Penso che si tratti di un malinteso nato da ciò che accadde negli anni '80 - al quale devo attribuire una parte considerevole della colpa, sebbene non fosse intenzionale - quando opere come Watchmen sono apparse per la prima volta. C'erano un sacco di titoli che dicevano 'I fumetti sono cresciuti'. Tendo a pensare che no, i fumetti non siano cresciuti. C'erano alcuni titoli che erano più adulti di quanto la gente fosse abituata... Amerò sempre i fumetti, ma l'industria dei fumetti e tutte le cose ad essa collegate sono diventate insopportabili".

Nell'intervista con The Telegraph, Alan Moore ha affermato che ciò che lo attraeva di più dei fumetti del passato non esiste più: "Ora si chiamano 'graphic novel', suona sofisticato e puoi farli pagare molto di più. Questi personaggi di supereroi innocenti e fantasiosi degli anni '40, '50 e '60 vengono riciclati per un pubblico moderno come se fossero prodottii per adulti".