Ci lascia Anitona, florido simbolo di un'Italia che non esiste più, ma soprattutto musa di Fellini e icona di un'epoca indimenticabile.
Fascino nordico ma fisicità imponente e dalla curve generose, Anita Ekberg è entrata nella storia del cinema mondiale per la sua interpretazione ne La dolce vita di Fellini, e in particolare per la sequenza indimenticabile in cui entra nella Fontana di Trevi, una delle più simboliche del nostro cinema, oltre che di quell'epoca dorata.
Prima del "battesimo" cinematografico con Fellini, la Ekberg si era trasferita dalla nativa Svezia agli Stati Uniti dopo aver vinto un concorso di bellezza, e aveva interpretato alcune commedie, tra cui Hollywood o morte!, accanto a Dean Martin e Jerry Lewis, per la quale vinse un Golden Globe come miglior attrice emergente.
Successivamente ottiene due ruoli in Guerra e Pace di King Vidor e nel peplum italiano Nel segno di Roma, e poi nel 1960, il ruolo di Sylvia nel capolavoro di Fellini La dolce vita. Tornerà a lavorare con il regista riminese in altre tre occasioni: Boccaccio '70, in un episodio incentrato sulla sua fisicità prorompente, e nei successivi I clowns e Intervista, del 1987.
Negli anni '60 recita inoltre per Dino Risi - con il quale avrà una breve relazione - Robert Aldrich, Alberto Sordi e Vittorio De Sica che la scritturò per il suo Sette volte donna.
Dagli anni '70 in poi interpreta alcuni film di genere, tra commedie sexy e spaghetti western e dirada sempre più le sue presenze sul grande schermo, ritagliandosi ruoli in alcuni cult di serie b come Cicciabomba, Bambola, con Valeria Marini e Cattive ragazze, primo (e unico) lavoro da regista di Marina Ripa di Meana.
Più recentemente ha preso parte a due episodi della fiction Il bello delle donne, e ha preso parte alle celebrazioni per il 50esimo anniversario de La dolce vita.
Verso la fine degli anni '50 l'attrice è stata sposata con Anthony Steel e poi successivamente con Rik Van Nutter, dal quale ha divorziato nel '75.