Perché Achille Lauro si chiama così? Il performer più chiacchierato di Sanremo 2020 prende il suo nome d'arte dal famoso armatore partenopeo, Achille Lauro per l'appunto. All'anagrafe il cantante si chiama Lauro De Marinis, nato l'11 luglio 1990 a Verona.
Lauro è cresciuto a Roma nel terzo municipio, quello relativo a Vigne Nuove e la zona di Conca d'Oro. Già da molto piccolo, intorno ai 14 anni, si è trasferito insieme al fratello maggiore, perdendo i contatti principali con la sua famiglia - tranne con la madre, che in seguito è diventata l'amministratrice della sua agenzia, la No Face Agency. La convivenza col fratello l'ha avvicinato al mondo del rap, soprattutto quello underground, e al punk rock.
Nel 2012 entra nel giro musicale del Quarto Blocco, ed è lì che l'artista decide di adottare un nome d'arte: la scelta ricade proprio su Achille Lauro, dettata semplicemente dal fatto che, chiamandosi Lauro, veniva spesso associato dai compagni di scuola all'omonimo armatore, anche sindaco di Napoli dal '52 al '57.
L'Achille Lauro 'precedente' è nato a Piano di Sorrento 103 anni prima rispetto al rapper, ed è stato armatore, politico, editore e dirigente sportivo italiano. Fu un personaggio di una certa influenza, visto che nacque anche il termine laurismo, per indicare il suo tracciato politico, caratterizzato da un sistema di interessi a stampo populista: curioso constatare come Achille Lauro veniva chiamato Comandante dal popolo napoletano. Achille Lauro ha dato il nome anche alla famosa Flotta Lauro, una compagnia di navigazione dedita al mercato dei trasporti marittimi, delle petroliere e delle crociere, con sede a Napoli, che ha chiuso la sua attività nel 1987, poco prima della nascita del chiacchieratissimo rapper. Nel 1985 la vicenda del transatlantico Achille Lauro è entrata nelle tv di tutti gli italiani perché dirottata da un commando del Fronte per la Liberazione della Palestina (FLP): a bordo della nave da crociera erano presenti 201 passeggeri e 344 uomini dell'equipaggio, in quell'occasione fu ucciso un cittadino ebreo e paraplegico, Leon Klinghoffer.
Tutto molto lontano, insomma, dalle peripezie di quell'Achille Lauro che, salito per la prima volta sul palco dell'Ariston un anno fa con Rolls Royce, ci è tornato anche nel 2020 con la canzone "Me ne frego" e con un'esibizione di cui non si smette di parlare. Almeno fino alla prossima. Avete visto la coraggiosa performance di Achille Lauro a Sanremo 2020?