Te lo leggo negli occhi è un film del 2004 diretto da Valia Santella con Ernesto Mahieux e Stefania Sandrelli. Durata: 82 min. Distribuito in Italia da Sacher Distribuzione. Paese di produzione: Italia.
Donna vulcanica e imprevedibile, Margherita è una cantante costretta ad affrontare una crisi personale e professionale, causata da un serio problema alle corde vocali. Chiara, sua figlia, ha abbandonato le proprie radici, vive a Roma e fa la logopedista. II rapporto con sua madre si è costruito soprattutto sulle opposizioni e gli allontanamenti. Un ponte fra loro due è costituito da Lucia, la figlia di Chiara. La bambina vive il rapporto con la nonna come una ventata di libertà. E Margherita, attraverso la nipote, vorrebbe essere la madre che non è riuscita a essere per Chiara.
Tre generazioni in rosa Difficile capire come la Sacher di Nanni Moretti abbia potuto pensare di produrre questo film. E' questo l'unico grande interrogativo che lascia la pellicola della napoletana Valia Santella, alla sua opera prima dopo un documentario per "I diari della Sacher". E …
Date di uscita e riprese - Te lo leggo negli occhi è arrivato per la prima volta nelle sale italiane il 03 Settembre 2004 (Sacher Distribuzione).
Locarno 2008 - Presentato nell'ambito della Retrospettiva Nanni Moretti al Festival di Locarno (2008).
Attualmente Te lo leggo negli occhi ha ricevuto la seguente accoglienza dal pubblico:
I premi vinti da Te lo leggo negli occhi e le nomination:
Te lo leggo negli occhi è stato accolto dalla critica nel seguente modo: su Imdb il pubblico lo ha votato con 5.6 su 10
A 'Dajo' di Hanro Smitsman va il premio come miglior cortometraggio, mentre il premio per la miglior opera prima è andato a 'Il silenzio dell'allodola' di David Ballerini.
A Roma è stato presentato il programma del Festival triestino del cortometraggio ed è stata anche una buona occasione per parlare dei problemi distributivi di questa forma di cinema breve.
Se al tema non particolarmente avvincente aggiungiamo un finale musical-zuccheroso e uno stile noioso che per un'opera prima appare davvero troppo piatto e convenzionale più che rigido e asciutto, ecco che capiremo la selva di fischi che ha coperto la prima proiezione a Venezia.