Teresa - La madre degli ultimi 2025

Trama del film Teresa - La madre degli ultimi

Il film illustra uno spaccato della vita della Santa, in un momento fondamentale che ha lasciato per sempre il segno nella storia. L'opera ci mostra una Madre Teresa forte, determinata, diversa dalla figura amorevole e piena di compassione alla quale siamo abituati.

La vicenda si svolge in un arco di sette giorni nel 1948, un periodo di conflitto interiore per Teresa che mentre si trova a Calcutta nel convento di Loreto nel sobborgo di Entally, sente dentro di se' la "chiamata". Teresa decide di abbandonare il cammino religioso che stava percorrendo per dedicarsi completamente alla cura dei poveri e malati che affollavano le strade della città postcoloniale.

Da questo momento il suo nuovo cammino è tracciato e dopo aver superato i suoi dubbi, aver affrontato opposizione da parte della Chiesa, riuscirà a scrollarsi le convenzioni religiose per fondare un nuovo ordine religioso, quello delle Missionarie della Carità. Teresa è pronta a confrontarsi con il Vaticano per poter dare il via a quella che ritiene sia la missione che il Signore le ha affidato. Ha già delineato gli obiettivi da raggiungere e le regole da seguire per le sue consorelle, tuttavia, proprio quando tutto sembra andare per il verso giusto, accade qualcosa che metterà a dura prova la sua fede e le sue convizioni religiose.

Teresa - La madre degli ultimi in sintesi

Diretto da Teona Strugar Mitevska, Teresa - La madre degli ultimi è un ritratto intimo e fittizio che si concentra su soli sette giorni cruciali nella vita di Madre Teresa (Agnese Gonxhe Bojaxhiu) nel 1948, quando decise di lasciare il convento di Loreto a Calcutta per fondare le Missionarie della Carità. È stato il film d’apertura della sezione Orizzonti della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia 2025, inoltre ha vinto il premio per il miglior contributo artistico al Tokyo Film Festival e quello per la miglior regia all’Euro Balkan Film Festival.

La regista macedone Teona Strugar Mitevska ha anche scritto il film assieme a Goce Smilevski e Elma Tataragić. Il suo cinema è spesso caratterizzato da un'indagine femminile e femminista sulle istituzioni religiose e sociali. Il film evita l'agiografia, preferendo un'indagine sul conflitto interiore e il desiderio di potere e libertà di Teresa. Sulla sua opera la regista ha detto: "Teresa è estremamente moderna nella sua idea di creare un esercito di donne dedicate a servire gli altri. Non volevamo fare un film storico, ma entrare nel suo flusso di coscienza, vedere il mondo attraverso i suoi occhi".

Il film, che si è girato a Bruxelles in Belgio e a Calcutta in India nel 2024, non è basato direttamente su una biografia canonica, ma su un'opera precedente della stessa regista, la miniserie in quattro parti "Teresa and I" (2015). L'intento è quello di umanizzare la figura di Teresa, esplorando i suoi dubbi, la sua ambizione e il suo conflitto interiore, ma anche la sua lotta per ottenere dalla Chiesa il diritto di fondare e guidare un ordine senza una figura maschile superiore.

Madre Teresa è interpretata da Naomi Rapace, che ha definito la sceneggiatura "punk rock" per il suo approccio non convenzionale. Sul suo ruolo, l’attrice ha detto “Ho vissuto mesi con 'Mother dentro di me', al punto da non distinguere più i miei pensieri da quelli del personaggio. Questa Teresa è insieme CEO e guerriera, fragile e autoritaria, ribelle e disciplinata". Proprio questo approccio e l'obiettivo esplicito di presentare una Teresa "ribelle" e "punk rock" è stato immediatamente percepito come dissacrante da una parte della critica. Una delle scene più controverse è quella in cui un oggetto religioso, un crocifisso, è legato a un atto contrario ai dogmi della Chiesa, come l'aborto di una consorella o un accenno a esso.

Nel cast anche Sylvia Hoeks (Suor Agnese), Nikola Ristanovski (Padre Friedrich), Labina Mitevska, che è la sorella del regista e interpreta Suor Mercedes, e Nikola Ristanovski, attore balcanico che interpreta Padre Friedrich, il confessore di Teresa che funge da figura quasi "psicanalitica" e confidente. La fotografia è a cura di Virginie Saint-Martin.