Zombie Revolution
Sono passati pochi giorni da quando il morbo delle 'teste morte' ha iniziato a diffondersi nel pianeta e nessuno sembra sapere come fare per mettersi in salvo. Gli zombie sono dappertutto, le forze militari sono nel caos, non ci sono più regole né gerarchie. Un gruppetto di soldati decide così di mettersi 'in proprio' e cercare salvezza con le proprie forze e rifugiarsi in un posto più sicuro della città. Il posto ideale, come suggerisce un messaggio diffuso su internet da un signore di mezza età, è Plum Island, un'isoletta al largo delle coste del Dalaware, un'oasi naturale di straordinaria bellezza in cui gli abitanti si conoscono tutti ed in cui sembra che gli zombie non siano ancora arrivati. In realtà l'uomo che appare in video è il capostipite degli O'Flynn, una delle due famiglie che da sempre abitano l'isola e tra le quali è in corso da anni una violenta disputa. Esiliato dai suoi conterranei perchè accusato di uccidere senza scrupoli amici, parenti e vicini trasformatisi in zombie, Patrick O'Flynn si unirà al gruppetto di militari per riavere le sue terre e impedire al morbo di diffondersi ulteriormente. Poco importa se a morire, stavolta definitivamente, dovranno essere le persone con cui ha trascorso la sua intera esistenza, sua figlia compresa. La strategia dei Muldoons, suoi agguerriti avversari, è quella di lasciare in sospeso le cose tenendo incatenati gli amici e parenti infettati e convivere con loro fino a che il mondo non avrà inventato una cura.
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Non manca anche stavolta il sottotesto politico-sociale come nella migliore tradizione romeriana ed anche lo scenario non è poi troppo diverso dai precedenti. George ci catapulta nel bel mezzo di uno zombie-western ambientato su un'isoletta immersa nel verde, una terra incantata ma afflitta da vecchi e nuovi conflitti, popolata da uomini ottusi che si ostinano a portare avanti antiche faide personali, incuranti del fatto che il mondo sta sprofondando in un'incubo senza fine. Un microcosmo di inciviltà in cui il morbo che sta devastando il mondo è aggravato da vecchi rancori che nessuno è disposto a dimenticare per trovare il modo migliore di 'sopravvivere'.
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L'universo dei suoi morti viventi cambia stavolta in senso inverso rispetto a quello reale perchè Survival of the Dead, seguito ideale e narrativo di Diary of the Dead (in cui il gruppetto di studenti di cinema che vediamo in un flashback filmava con la sua telecamera), è un'opera divertente che analizza la condizione umana attuale, mostrandone le debolezze, l'avidità, la paura di perdere l'onore e il possesso delle cose più che quella di perdere gli affetti, l'incapacità di adattamento, di convivenza, la mancanza di tolleranza e di buon senso anche di fronte ad una catastrofe che sta per distruggere ogni traccia di umanità dal pianeta.
Survival of the dead è in linea con gli ultimi capitoli, ma ha il grande merito di porre nuovi quesiti, di aprire nuovi inquietanti scenari, in poche parole getta le basi per almeno altri due film sugli zombie, storie nuove di zecca che Romero ci racconterà, speriamo presto, con la sua solita lucidità. L'uomo regredisce, lo zombie avanza, come l'universo fantastico creato dal mitico George.
Movieplayer.it
3.0/5