Your Honor, la recensione: la “tragedia greca” moderna di un giudice che è anche padre

La nostra recensione di Your Honor, la miniserie che vede tornare in tv Bryan Cranston con un ruolo torbido dopo Breaking Bad, ovvero quello di un giudice di New Orleans che deve sacrificare principi ed etica morale per salvare suo figlio; dal 24 febbraio su Sky Atlantic e NOW TV.

"Un unico errore può definire la vita di una persona?"

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Your Honor: Bryan Cranston e Hunter Doohan nella serie Sky

Ogni ruolo che Bryan Cranston ha interpretato dopo Breaking Bad non poteva che essere paragonato a quello nella serie creata da Vince Gilligan, visto quanto è rimasto impresso nell'immaginario collettivo il suo Walter White e il percorso nell'abisso che ha fatto. Se poi si tratta, come vedremo in questa recensione di Your Honor, di vestire i panni di un giudice irreprensibile che si ritrova a dover sacrificare la propria etica lavorativa e i propri principi, a maggior ragione il paragone viene un po' da se.

VOSTRO ONORE

Your Honor, miniserie Showtime scritta da Peter Moffat dal 24 febbraio su Sky Atlantic e NOW TV con episodi settimanali, si presenta come una grande e maestosa tragedia greca, in cui i personaggi - per primo il protagonista del titolo - seguono un percorso circolare che li fa muovere in un mondo che si fa sempre più torbido man mano che la storia prosegue. Un mondo che non fa sconti a nessuno e che "gioca" con gli uomini quasi fossero pedine a metà strada fra il karma e il potere divino assoluto.

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Your Honor: Bryan Cranston in una scena del primo episodio della serie

Cranston interpreta Michael Desiato, un rispettato giudice di New Orleans che ha fatto della giustizia alla pari per tutti il proprio motto, il cui figlio rimane coinvolto in un terribile incidente stradale. Che fare? Andare alla polizia ovviamente, se non fosse che la famiglia della vittima non è come tutte le altre. Le decisioni che Michael e il figlio Adam (Hunter Doohan) prenderanno porteranno a una sequela di eventi imprevedibili, di bugie, di scelte impossibili e dolorose.

PADRI E FIGLI

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Your Honor: Bryan Cranston e Margo Martindale in una scena

Il sacrificio di Isacco è un celebre episodio del libro biblico della Genesi. Dio, per mettere alla prova la fede di Abramo, gli ordina di sacrificare il proprio figlio Isacco. Abramo si reca senza esitazioni sul monte Moriah e mentre sta per compiere diligentemente il sacrificio, impugnando già il coltello, un angelo del Signore scende a bloccarlo e gli mostra un ariete da immolare come sacrificio sostitutivo. Your Honor, sotto l'aspetto thriller ad alta tensione della vicenda, è prima di tutto la storia di un padre e un figlio. Del loro rapporto amorevole e conflittuale allo stesso tempo, dei loro dialoghi ma soprattutto dei loro silenzi e dei loro sguardi. Anche il personaggio di Michael Stuhlbarg, Jimmy Baxter, è prima di tutto un padre che agisce dettato da questa sua identità più che da tutte le altre. La serie ci pone delle domande esistenziali e dei dilemmi etici non di poco conto: dove siamo davvero disposti a spingerci per i nostri figli? Cosa siamo disposti a sacrificare? I nostri valori, la nostra etica, la nostra morale? Davvero un genitore farebbe qualsiasi cosa per assicurare al figlio un futuro?

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Your Honor: Bryan Cranston in una scena del secondo episodio

Your Honor è un crime thriller ma è soprattutto un family drama, che coinvolge tante famiglie quanti sono le persone coinvolte. C'è anche quella di Kofi Jones, il ragazzo di colore che avrà un ruolo inaspettatamente importante in tutta questa vicenda. Your Honor è anche una storia di madri e figli: il rapporto quasi idilliaco fra Adam e la madre defunta, una donna a detta di tutti meravigliosa, accanto a quello conflittuale di Gina Baxter con i figli Sofia e Carlo, una donna che ha molto più controllo sul marito e sugli affari di famiglia di quanto vorrebbe dare a vedere.

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UNA REGIA E UNA SCRITTURA ANGOSCIANTI

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Your Honor: una scena della serie Sky

Ciò che colpisce oltre alla scrittura asciutta che profuma di retorica e che già avevamo visto in The Night Of, è la regia, soprattutto quella del primo episodio: quasi fossimo in un episodio di Colombo, la macchina da presa insiste a mostrarci il punto di vista di chi assiste all'accaduto e potrebbe diventare un testimone contro Adam. La serie prosegue di puntata in puntata oltre che con alcuni plot twist inaspettati, pervadendo tutto di un senso di suspence e angoscia continui. Siamo sempre sul filo del rasoio con Michael e Adam per cercare di capire se la faranno franca e soprattutto quale sarebbe il loro "giusto" destino. È palpabile l'aria rarefatta in cui si muovono personaggi e pubblico, costantemente sul chi va là. Forse a tentare di aumentare la suddetta tensione è inserita anche la pandemia da un certo punto in poi, ma gli escamotage narrativi risultano un po' deboli e poco incisivi. Il karma è l'altro elemento ricorrente: come in Dead to Me, ma qui in versione molto più drammatica, è incredibile la sequela di conseguenze a cui le gesta di padre e figlio porteranno, al limite dell'inverosimile. Ma tutto è volto a un climax ascendente corroborato dall'annosa domanda: si ha ciò che ci si merita?

Conclusioni

Concludiamo questa recensione di Your Honor felici di come Bryan Cranston abbia trovato un nuovo ruolo complesso e dalle mille sfaccettature che riesce a farlo brillare e a permettergli di dimostrare ancora una volta le sue capacità attoriali. Accanto a lui altre perle di interpretazioni – su tutti, Carmen Ejogo, Maura Tierney e la sempre meravigliosa Margo Martindale – insieme a una scrittura e soprattutto una regia che vanno lodate per come riescono a rarefare il racconto, riempiendolo di tensione narrativa fino alla risoluzione finale.

Movieplayer.it
4.5/5
Voto medio
4.3/5

Perché ci piace

  • Una grandissima prova attoriale di Bryan Cranston.
  • La scrittura e la regia sopraffine che si prendono il tempo per far aumentare nello spettatore la tensione su ciò che sta o non sta per accadere ai protagonisti.
  • Alcuni plot twist inaspettati.

Cosa non va

  • Il finale che chiude perfettamente il cerchio potrebbe non soddisfare tutti.
  • La pandemia è inserita un po’ inutilmente nella narrazione.