Yakitori - Soldiers of Misfortune, la recensione: ode al militarismo!

Tratta da un romanzo di Carlo Zen, già autore del cult Saga of Tanya the Evil, Yakitori - Soldiers of Misfortune è un anime ambientato in un futuro distopico mette in scena un controverso percorso di redenzione militarista a colpi di fucili laser e bombardamenti orbitali. Disponibile su Netflix.

Yakitori - Soldiers of Misfortune, la recensione: ode al militarismo!

Di fronte a opere in cui non è così semplice tracciare il confine tra bene e male, o tra giusto e sbagliato, chi scrive una recensione può agire in diversi modi. Per esempio, può schierarsi apertamente e dichiaratamente, appoggiando o contestando la tesi che viene proposta nell'opera. O può limitarsi, per quanto possibile, alla "fredda cronaca", lasciando poi al lettore il giudizio finale. Per l'analisi di Yakitori - Soldiers of Misfortune, miniserie anime ora disponibile in streaming su Netflix, abbiamo optato per quest'ultima scelta, provando a spiegare cosa rende questa storia di fantascienza distopica e action così moralmente ambigua e perfino disturbante.
Purtroppo questo implica che, nella parte in cui proveremo ad analizzare più approfonditamente l'opera scritta da Carlo Zen, scrittore giapponese già autore del cult Saga of Tanya the Evil, dovremo fare un po' di spoiler...

Missione: obbedire agli ordini

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Yakitori: una scena dell'anime

Il Primo Contatto tra umani e alieni non è andato proprio benissimo per noi. Basta poco ai Terrestri per scoprire che le altre specie della galassia sono mediamente molto più avanzate, tecnologicamente ed economicamente.
Improvvisamente l'intero pianeta Terra viene declassato a "Mondo sottosviluppato", con i suoi abitanti ridotti alla povertà e costretti ad adeguarsi alla stritolante burocrazia finanziaria del "Nuovo Ordine Galattico".
A fare le spese di questa nuova realtà, tra i miliardi di altri, è Akira, un ragazzo giapponese a cui viene strappata ogni possibilità di un futuro dignitoso. Costretto ad arruolarsi nei corpi militari ONU, Akira scopre che l'esercito terrestre è ormai ridotto al ruolo di serbatoio di mercenari per le corporazioni galattiche nella loro opera di colonizzazione di altri mondi, usati come meri strumenti usa-e-getta e con tassi di mortalità elevatissimi. Come i celeberrimi spiedini giapponesi di pollo grigliato, gli Yakitori, anche i soldati umani sono un prodotto a basso costo e destinato a essere "cotto e consumato", senza tanti rimorsi.
La storia si sviluppa su due piani temporali: nel passato con i flashback dell'addestramento della squadra di Yakitori K321, composta da Akira e altri quattro terrestri, tutti selezionati dal mellifluo Mr. Pupkin. Ad Akira quindi si uniranno la cinese Zihan, l'inglese Amalia, lo svedese Erland e l'americano Tyrone, in micidiali sessioni di allenamento per imparare a lavorare in team. E poi, nel presente, la missione su Barkha: un pianeta abitato da una razza di roditori antropomorfi, ultimo in ordine di tempo a cadere sotto le grinfie della corporazione galattica. Ma i battaglieri abitanti di Barkha non hanno intenzione di cedere ai ricatti commerciali delle ciniche corporazioni e si ribellano, costringendo le forze armate sul pianeta a scontri furiosi. Considerati sacrificabili dai loro stessi compagni e impegnati in missioni sempre più disperate, Akira e gli altri Yakitori saranno costretti a prendere decisioni estreme pur di sopravvivere.

L'esercito ci salverà

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Yakitori: un'immagine della serie animata

Da questo momento faremo degli spoiler sulla trama, per cui vi consigliamo di completare la visione della miniserie.
Yakitori - Soldiers of Misfortune è tratto da un romanzo scritto da Carlo Zen, adattato dallo sceneggiatore Mitsuyasu Sakai e diretto da Hideki Anbo, dello studio di animazione Arect, uno studio giovane ma già coinvolto in progetti importanti come la stagione finale di Attack on Titan. L'impianto tecnico è discreto, con scene d'azione non memorabili ma funzionali e una buona progressione narrativa, che purtroppo sacrifica qualcosa in termini di approfondimento dei personaggi.
Tutta da interpretare invece la resa degli alieni come versioni antropomorfe degli animali terrestri: abbiamo cani, gatti, roditori, uccelli, elefanti e così via. Per quanto esteticamente e potenzialmente interessante questa scelta non viene mai spiegata, rimanendo a un livello metaforico piuttosto elementare: i gatti sono codardi e opportunisti, i cani leali e fedeli, i roditori... piuttosto prolifici.
Stesso discorso per l'ambientazione e il background della storia che, seppur funzionali e definiti, rimangono appena accennati senza scendere in dettagli o approfondimenti che, invece, sarebbero potuti essere interessanti.
Le musiche sono curate da Ken Ishii, DJ e producer molto noto nel circuito Techno, che si diverte a destrutturare e rimodulare i grandi classici di Mozart, riadattandoli, in maniera evidentemente ossessiva, paradossale e in aperta contraddizione con il resto della colonna sonora, al tono esagerato della storia.

La prima, dimenticata vittima

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Yakitori: una scena

Proprio il tono, o meglio ancora il messaggio finale della storia, è qualcosa su cui vale la pena riflettere. In un celebre film sulla guerra in Vietnam si diceva, a ragione, che la prima vittima della guerra è l'innocenza.
In Yakitori - Soldiers of Misfortune questa affermazione viene brutalizzata: non solo l'innocenza è la prima vittima di guerra ma, a quanto dicono gli autori, è anche una vittima di poco conto.
Ben lungi dall'essere eroi senza macchia, i protagonisti della miniserie sono unicamente votati alla sopravvivenza. Dopo un lungo e difficile percorso di adattamento, in cui la carta vincente della squadra K321 si dimostrerà essere un addestramento militare "vecchio stampo" anziché l'impianto cerebrale di tecniche belliche, una volta nel pieno della battaglia Akira e gli altri Yakitori saranno, nel bene e nel male, obbligati a prendere decisioni che sono catalogabili come veri ed efferati crimini di guerra.
Ma se allo spettatore restano tutti i dubbi etici e morali possibili come conseguenze di queste scelte, per gli autori l'ambiguità dura poco. C'è sicuramente una condanna dei meccanismi disumanizzanti e umilianti messi in moto dal capitalismo più sfrenato, e se inizialmente può sembrare di assistere a una versione animata di Starship Troopers - Fanteria dello spazio, attraverso la lente deformante dell'amara ironia e della feroce parodia, basta tuttavia poco perché ci si renda conto che in Yakitori questa lente viene abbandonata a favore di un giudizio finale molto più netto e preciso e politicamente ed eticamente schierato.

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Yakitori: una scena della serie

Se infatti è vero che le istituzioni sono corrotte, se l'unico interesse di politici e finanzieri è l'arricchimento selvaggio e lo sfruttamento senza ritegno dei più poveri e indifesi, è altresì vero, per gli autori, che l'unica àncora morale risiede nell'onore dei corpi militari, nella fratellanza e nel rispetto che si creano tra commilitoni che combattono e rischiano la vita sui campi di battaglia, fianco a fianco.
Per questo l'ultimo episodio è, probabilmente, il più emblematico e controverso dell'intera serie: sopravvissuti quasi miracolosamente alla missione suicida che gli era stata assegnata, gli Yakitori vengono processati per crimini di guerra, perché la loro richiesta di un bombardamento satellitare, unico modo che avevano per procurarsi una via d'uscita, ha sterminato buona parte della popolazione civile, contravvenendo alle "regole d'ingaggio" militari.
Ma gli Yakitori, grazie al supporto dei militari e dell'uomo che li ha reclutati e addestrati (specificatamente con questo obiettivo) vengono comunque assolti perché, letteralmente, loro sono "solo strumenti". Quindi non possono essere considerati responsabili, non più di quanto si possa accusare una pistola di omicidio.
A mente lucida, è un salto logico agghiacciante. Quel che è peggio, poi, è che non c'è nessun rimorso evidente nei protagonisti e l'aver provocato la morte di migliaia di civili sembra non toccarli minimamente. Loro, semplicemente, fanno quello che serve pur di sopravvivere con l'appoggio e il supporto dei loro commilitoni.
Giusto? Sbagliato? Lo lasciamo decidere a voi.

Conclusioni

La nostra recensione di Yakitori - Soldier of Misfortune si chiude con un grande punto interrogativo. Dal punto di vista tecnico siamo di fronte a un prodotto di medio livello, un action fantascientifico sui generis, efficace e a tratti interessante. L'approfondimento psicologico dei personaggi latita e il world building avrebbe forse meritato un approfondimento ulteriore, ma la storia procede spedita e avvincente, pur con la zavorra di un abuso dei flashback. Lasciamo invece il giudizio ai posteri, per così dire, sulla presa di posizione degli autori nei confronti delle forze militari, considerate, nonostante siano costrette a obbedire agli ordini, come unico e ultimo nobile baluardo contro l'avidità e la disumanizzazione del capitalismo.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
4.5/5

Perché ci piace

  • Un solido action sci-fi che scorre veloce e appassionante.
  • Buona realizzazione tecnica, e interessante la scelta musicale.
  • Prende una posizione molto netta e decisa su un difficile dubbio morale...

Cosa non va

  • ... ma, appunto, prende una posizione molto netta, e controversa, nei confronti di un difficile dilemma morale.
  • I personaggi e l'ambientazione avrebbero necessitato di un maggiore approfondimento.
  • L'uso massiccio flashback altera l'equilibrio e il ritmo della narrazione.