Wrong Turn - The Foundation, la recensione: un nuovo inizio per la saga horror

La recensione di Wrong Turn - The Foundation, reboot che rinvigorisce il franchise horror con spunti narrativi che guardano esplicitamente al folk horror. Stasera su Rai 4 in prima visione.

Wrong Turn - The Foundation, la recensione: un nuovo inizio per la saga horror

Un gruppo di amici - Jen, Darius, Adam, Milla, Gary e Luis - giunge in una piccola cittadina della Virginia per fare un'escursione nei monti Appalachi. Fin dal loro arrivo i ragazzi vengono accolti con ostilità dagli abitanti del posto, che sembrano nascondere qualcosa e gli sconsigliano di avventurarsi nelle montagne, dove secondo la loro versione si celerebbero diversi pericoli.

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Wrong Turn: una scena tratta dal film

Come vi raccontiamo nella recensione di Wrong Turn - The Foundation, la comitiva decide di ignorare gli avvertimenti e si avvia verso i boschi con l'intento di mettere in pratica il loro avventuroso soggiorno. Escono così dal sentiero e finisco per imbattersi in un vecchio forte, prima che un tronco d'albero cominci a rotolare pericolosamente verso di loro e li colpisca con violenza: a pagarne le spese peggiori è Gary, che muore sul colpo schiacciato nell'impatto. Disorientati e afflitti, gli altri continuano a vagare nella foresta, scoprendo di essersi persi: sarà soltanto l'inizio di un incubo, che li vedrà avere a che fare con qualcuno che da tempo vive in quei luoghi remoti e dimenticati dalla civiltà...

Un nuovo incubo

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Wrong Turn: una scena del film

Dopo il primo capitolo che nel lontano 2003 vedeva Eliza Dushku lottare per la sopravvivenza, la saga di Wrong Turn si era progressivamente (dis)persa in episodi sempre più uguali tra loro, usciti per la maggior parte esclusivamente in home video. Destino toccato anche a questo settimo tassello del franchise, il quale però si pone come vero e proprio reboot e offre spunti parzialmente originali nel tentativo di rinvigorire il cuore narrativo del racconto. Se in passato si sprecavano i rimandi a grandi classici dell'horror come Non aprite quella porte e Le colline hanno gli occhi, in Wrong Turn - The Foundation le fonti di ispirazioni sembrano maggiormente legate al folk horror sdoganato da The Wicker Man (1973) e rinvigorito in tempi più e meno recenti prima da The Village (2004) e poi da Midsommar - Il villaggio dei dannati (2019). Anche in questo caso infatti i malcapitati protagonisti hanno a che fare con una comunità che da oltre un secolo e mezzo vive allo stato brado nei boschi, senza alcun contatto con il mondo esterno.

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Un mondo a parte

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Wrong Turn: una sequenza del film

Una società a sé stante nella quale vertono regole precise e dove chi sgarra deve pagare amarissime conseguenze: Jen e i suoi amici lo scopriranno ben presto a proprie spese per via della loro incoscienza, e si troveranno a prendere decisioni difficili nel tentativo di rimanere in vita ad ogni costo. La sceneggiatura è abile nel caratterizzare i vari personaggi in gioco, con la figura del padre della ragazza - interpretato da un idoneo Matthew Modine - che si mette alla sua ricerca, innescando un ulteriore sottotrama che rende più varia la narrazione. Le stesse dinamiche di genere riescono a inquietare senza cedere ad una violenza gratuita, avare di eccessi splatter pur non rinunciando a sani exploit emoglobinici, e il contesto ambientale è sfruttato al meglio, con i boschi e il villaggio in esso nascosto che nascondono potenziali pericoli dietro ogni angolo.

A volte ritornano

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Wrong Turn: una scena del film

Certo alcuni risvolti di trama risentono di parziali forzature per dirottare la stessa sui risvolti prefissati, ma il tutto avviene in maniera lineare, priva di eccessive arzigogolature di sorta. Ecco così che anche le figure "sacrificabili" risultano più interessanti del previsto, e non mera carne di macello come spesso avviene in produzioni analoghe. Dietro l'operazione vi è Alan B. McElroy - factotum dell'originale - che ha ripreso in mano "carta e penna" per curare in prima persona lo script di questo nuovo inizio dalle diramazioni una volta tanto - almeno parrebbe - autoconclusive. L'epilogo infatti, con colpo di scena annesso, risulta solido ed efficace e chiude nel migliore dei modi un film consapevole del proprio animo ludico, che potrebbe forse far storcere parzialmente il naso ai puristi del franchise ma è sicuramente in grado di intrattenere un pubblico più ampio: e questo non è sempre un male.

Conclusioni

Un gruppo di ragazzi in gita sui Monti Appalachi finisce per imbattersi in una comunità che da oltre un secolo e mezzo si è rifugiata nei boschi, isolandosi dalla civiltà. L'escursione finirà per trasformarsi in una disperata lotta per la sopravvivenza. Come vi abbiamo raccontato nella recensione di Wrong Turn - The Foundation, ci troviamo davanti ad un vero e proprio reboot della saga che ha esordito vent'anni fa nei cinema di tutto il mondo. La violenza primordiale è qui sfumata in favore di un approccio più d'atmosfera, insinuato da quel risvolto narrativo che guarda a molti classici, recenti e non, del folk horror. Un film solido non solo a livello stilistico, con una buona gestione di tempi e modi, ma anche dal punto di vista della scrittura, con personaggi più interessanti della media e un epilogo più che riuscito.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
N/D

Perché ci piace

  • Una sceneggiatura affascinante, che sfrutta il contesto e l'exploit narrativo per creare la giusta atmosfera.
  • La regia è solida al punto giusto e sfrutta al meglio la caratterizzazione dei vari personaggi in gioco.

Cosa non va

  • Qualche forzatura narrativa che in ogni caso non compromette il quadro generale.