Weapons, proviamo a spiegare il film di Zach Cregger

Gli adulti, i bambini e l'analisi logica di un horror movie che alterna diversi punti di vista, arrivando ad un finale sontuoso e carico di significato. Ovviamente, l'articolo contiene spoiler.

Weapons

Lo abbiamo già detto, e lo ripetiamo: Weapons di Zach Cregger è tra i migliori horror dell'anno. Un film, come sottolineato dal regista, decisamente "ambizioso" e "gigante", ma anche per questo complesso, nonostante - alla fine - fornisca una spiegazione esaustiva rispetto al mistero che taglia in più parti le oltre due ore di durata. Dopo un'attenta visione, può aiutare una contro-analisi del testo, arrivando a definire meglio cosa succede, e soprattutto perché. Scritto dallo stesso Cregger, Weapons inizia alle 2:17am. Siamo tra le villette a schiera di Maybrook, Pennsylvania, quando le porte di diciassette case si spalancano: i bambini della classe di Justine Gandy - tranne uno, Alex - escono dalle proprie abitazioni correndo verso un punto preciso, svanendo nel nulla.

Weapons Julia Garner Scena
Julia Garner in Weapons

Dove sono finiti? La voce del popolo vorrebbe incolpare proprio la maestra Justine (interpretata da Julia Garner), compreso Archer (Josh Brolin), papà di uno dei bambini scomparsi. Peculiarità di Weapons, che ci accompagna fino all'atto finale, la costruzione basata sul montaggio non lineare: Justine e Archer sono due linee narrative, due punti di vista, uniti a quelli di Paul (Alden Ehrenreich), un poliziotto locale che ha una relazione con Justine, a quello di James (Austin Abrams), ladruncolo della zona che si scontra con l'agente Paul, quello del preside Marcus (Benedict Wong), e infine quello del piccolo Alex (Cary Christopher) che raccorderà i diversi "capitoli" nell'atto conclusivo, e risolutivo. Da qui in avanti siete avvisati: l'articolo contiene spoiler.

Chi è Gladys? Il cortocircuito di Weapons

Weapons Foto Josh Brolin
Weapons: Josh Brolin in una scena

Chiaro, dietro l'inspiegabile scomparsa di un'intera classe di terza elementare (intera, o quasi), c'è un personaggio cardine sfruttato dal regista in modo ineccepibile: Gladys (Amy Madigan). Per capire meglio Weapons bisogna partire da lei: inizialmente sfruttata dal regista per dei jumpscare onirici, che strizzano l'occhio a David Lynch, quando Gladys entra effettivamente in scena il climax diventa ancor più incandescente. Parrucca e trucco marcato, come se fosse una sorta di Joker, il personaggio si presenta come la zia della madre di Alex, nonostante, spiega invece suo papà, l'abbiano vista solo una volta, quindici anni prima. Viene accolta a casa del bambino perché gravemente malata. Ha un tumore allo stato terminale (intuiamo), aggravato dalla sua età.

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A proposito: Gladys, anche se non esplicitamente detto, potrebbe essere molto, molto, molto anziana. Come è possibile? Semplice, Gladys è una strega. Lo capiamo da un suo riferimento alla tubercolosi, tipica malattia identificata alla fine dell'Ottocento. È abbastanza chiara l'intenzione della vecchia megera: rubare la forza vitale dai genitori di Alex. Come? Tramite una sorta di maledizione che li ha resi catatonici e ubbidienti, risucchiandone le forze. Gladys ricatta suo nipote, costringendolo al silenzio e obbligandolo a sfamare i genitori, immobili, con la zuppa Campbell. Agghiacciante? Agghiacciante.

Le maledizioni di una strega

Weapons Scena Trailer
Una scena inquietante

I vari blocchi di Weapons, dunque, si sovrappongono, andando a costruire un folgorante epilogo. Gladys viene introdotta nel segmento del preside Archer, venendo però definita nel finale dedicato ad Alex. A proposito di Archer, anche lui cadrà suo malgrado sotto la maledizione della strega, lasciandoci le penne dopo essere stato indotto ad uccidere la maestra Justine: da qui il parallelo con il titolo, in quanto le persone controllate da Gladys sono delle vere e proprie armi. La lettura, volutamente esasperata rispetto alle logiche narrative, traccia Gladys come se fosse una parassita, opportunista e ricattatoria. Una raffigurazione horror di un mondo poco incline all'altruismo e all'empatia, segnato da una netta divisione: bambini e adulti.

Due realtà (ri)messe in contatto tramite un evento scatenante che, la voce fuori campo che ascoltiamo all'inizio e alla fine, definisce come "una storia vera". Chiaro, non lo è, o meglio può esserlo nell'allegoria costruita da Cragger: un'umanità sempre più egoista e miope, che non si fa scrupoli nel reprimere le emozioni, soggiogando quelle dei più piccoli. L'esempio massimo arriva dal tossico James che, scoprendo dove sono i bambini, si rivolge alla polizia non per bontà d'animo, ma per l'avidità di intascare la lauta ricompensa.

Il finale: la spiegazione

A proposito, dove sono i bambini? Sì perché Weapons ha la capacità di portare in superficie l'intera architettura, lasciando sedimentare il quesito iniziale. La classe della professoressa Justine, intanto alleatasi con Archer, portando avanti in autonomia le indagini (facendo quello che non ha fatto la polizia), si trova riunita e immobile nello scantinato della casa di Alex. I bambini sono sotto effetto della magia nera della fattucchiera. Il motivo è semplice: Gladys si è resa conto che la linfa vitale di Mr. e Mrs. Lilly non basta a farla guarire, escogitando un piano con la complicità inconsapevole di suo nipote. Tramite il solito incantesimo, alle 2:17am prende il controllo dei bambini, attirandoli nel seminterrato.

Weapons Scena
Visioni horror

Il mistero è risolto, e per questo Weapons si lascia andare ad un colpo di regia finale mica male: Justine e Archer scoprono la verità, scontrandosi con Paul e James, controllati dalla strega, intanto che Alex prova a resistere all'attacco dei propri genitori (una sequenza particolarmente drammatica e dolorosa). Gladys si rende conto che la fine è vicina, dandosi alla fuga. Intanto, Alex, che ha appreso le tecniche magiche della zia, inverte l'incantesimo, aizzando i suoi compagni di classe verso la maga. Raggiunta, la faranno letteralmente a pezzi.

Ed è qui che si compie l'atto finale, lasciando però intatto l'orrore perpetrato da Gladys: i genitori di Alex, ci dice il voice-over, non si riprenderanno mai, mentre i bambini - e il film chiude inquadrando Matthew in braccio a suo papà Archer - resteranno indelebilmente segnati dall'esperienza. Troppo forte il sortilegio della strega per farlo svanire del tutto. Del resto, ogni scelta comporta una considerevole contropartita.