Shelby e Ruby sono follemente innamorati ma la loro esistenza è segnata dalla comune dipendenza per la droga, che ne ha profondamente condizionato i legami sociali e li ha portati ad isolarsi dal resto del mondo. Quando Shelby chiede alla fidanzata di sposarlo, lei è al settimo cielo e insieme decidono di provare a disintossicarsi, costi quel che costi.
Come vi raccontiamo nella recensione di Wash Me in the River, i primi giorni non sono per nulla semplici ed entrambi si trovano alle prese con violente crisi, ma ciò nonostante - spinti dall'amore l'uno per l'altra - riescono a resistere a quel forte richiamo. Ma gli spacciatori che li rifornivano non sono per nulla intenzionati a perdere dei clienti così assidui e cercano in ogni modo di farli cedere, fino a quando Ruby viene colta in un momento di debolezza e con l'inganno accetta della droga.
Poche ore dopo Shelby la ritrova priva di vita, morta in seguito ad un'overdose in quanto la partita era stata tagliata male, e si ripromette di vendicarla ad ogni costo, cercando di arrivare a scoprire chi si nasconda dietro l'identità di Darius, colui che comanda il narcotraffico locale. Nel frattempo la scia di sangue innescata attira le attenzioni della polizia, con il navigato sceriffo Mike Church a coordinare le indagini.
Chi si rivede
Ormai è un canone quello di accoppiare ad un protagonista poco conosciuto al grande pubblico almeno un paio di star più o meno imbolsite, pronte a farsi pagare profumatamente pur limitandosi a solcare lo schermo soltanto per pochi minuti di visione. Due degli attori che si prestano maggiormente a questa pratica sono proprio Robert De Niro e John Malkovich: in quest'occasione loro non interagiscono mai direttamente sullo schermo, vedendosela però singolarmente con Jack Huston, l'anonimo "eroe tutto d'un pezzo" al centro di questo scontatissimo b-movie. Wash me in the river, disponibile nel catalogo di Prime Video, è uno stanco revenge-movie che per i primi quarantacinque minuti segue le logiche di un melodramma flemmatico e privo di guizzi, con il tentativo dei due innamorati di uscire dal tunnel della droga e la conseguente tragedia enunciata nella sinossi a scatenare la missione di vendetta del Nostro, che inizialmente doveva essere interpretato prima da Machine Gun Kelly e poi da Taylor Kitsch, entrambi i quali hanno poi - a ragione vien da dire - abbandonato il progetto.
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Le vie dell'improbabile
Huston, che pur aveva ben impressionato in serie tv cult come Boardwalk Empire o la quarta stagione di Fargo, non ha il carisma necessario per un ruolo di questo tipo e, muscoli d'ordinanza a parte, appare costantemente spaesato in un succedersi di eventi sempre più forzato e improbabile, fino a quella rivelazione finale sull'identità del villain che sa tanto di presa in giro nei confronti di uno spettatore raziocinante. Il titolo Wash me in the river (ma la pellicola è conosciuta anche con l'alternativo Salvage Salvation) è riferito al battesimo nelle rive del fiume praticato da certe comunità più ortodosse e non è un caso che l'ambientazione del racconto sia tra foreste e paludi, con i sobborghi periferici quale territorio perfetto per storie di solitudine e disagio sociale.
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Una vendetta priva di pathos
Peccato però che a mancare sia un qualsiasi vagito introspettivo e che tutto accada semplicemente perché deve accadere, secondo opinabili logiche di sceneggiatura. Il personaggio di De Niro, uno sceriffo tormentato dalla drammatica scomparsa del figlio, raggiunge poi picchi di assoluto nonsense, con una cura psicologica pressoché nulla dopo averne introdotto in diversi passaggi - tra flashback e voice over - delle sottotrame poi rimaste inespresse. Wash Me In The River sembra rimanere costantemente in superficie, senza mai approfondire dinamiche - pur presenti nel racconto - che avrebbero potuto parzialmente innescare spunti interessanti, lasciati in un divenire dominato esclusivamente dalla cieca missione del protagonista, pronto a tutto pur di farla pagare a coloro che ritiene responsabili della morte dell'amata.
Conclusioni
Una coppia di tossicodipendenti decide di convolare a giuste nozze e disintossicarsi, ma poco prima del lieto evento lei viene ingannata da uno spacciatore e perde la vita in seguito a un'overdose; lui, accecato dal dolore, inizierà una missione di vendetta che non si fermerà di fronte a nulla. Come vi abbiamo raccontato nella recensione di Wash me in the river, ci troviamo davanti a un revenge-movie di pura serie b, infarcito di banalità e privo di guizzi in una messa in scena stanca e stereotipata, con le stesse dinamiche action poco avvincenti e un'anima (melo)drammatica che si perde in tempi morti e salti a vuoto. Jack Huston è il roccioso, ma anonimo, protagonista in un cast che vede nelle vesti di imbolsite guest-star Robert De Niro e John Malkovich.
Perché ci piace
- La colonna sonora può contare su un paio di pezzi efficaci ad accompagnare alcune scene clou.
Cosa non va
- Jack Huston è un protagonista anonimo e meglio non fanno, in piccoli ruoli, Robert De Niro e John Malkovich.
- Una sceneggiatura stanca e poco equilibrata tra l'impianto di genere e l'anima melodrammatica.
- Sequenze d'azione prive di sussulti e mai emozionanti.