"Quando occupano un territorio per prima cosa distruggono le biblioteche. E quando non ci riescono le infrastrutture educative sono le prime ad essere prese di mira". È il ministro ucraino dell'educazione e della scienza Oksen Lisovyi a parlare alla macchina da presa di Stefano Di Pietro regista di War on Education. Un documentario - dal 24 febbraio al cinema con Garden Film - che ha l'obiettivo di mostrare le conseguenze del conflitto in Ucraina (così come in ogni angolo del mondo) da un punto di vista meno battuto, ma non meno importante.
War on Education: un'istruzione dalla doppia faccia
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24 febbraio 2022, inizio dell'invasione russa in Ucraina. Le immagini di quei giorni sono ancora fresche nelle nostre menti. Cittadini costretti a nascondersi in metro o scantinati per sfuggire alle bombe, massacri di civili, interi quartieri bombardati. Quello che è stato meno raccontato sono altre forme di violenza, sopruso e occupazione che hanno caratterizzato e che caratterizzano il conflitto. War on Education fa luce sull'istruzione e come venga sistematicamente usata come strumento di scontro. La macchina da presa di Di Pietro filma - con uno stile asciutto e curato - scuole abbandonate, dove lavagne spezzate e sedie rotte tradiscono un passato diverso dove immaginarsi bambini e ragazzi seduti ai banchi o intenti a giocare in palestra.
Quello che rimane oggi, invece, è un cumulo di vetri rotti e calcinacci. "L'educazione è un'arma", rincara la dose Lisovyi raccontando come sia usata per indottrinare le persone - e i bambini in questo senso sono un bersaglio perfetto - alla loro ideologia. Nell'era delle informazioni manipolate ecco quindi che l'istruzione diventa un elemento con una doppia faccia capace di assumere connotazioni positive o negative a seconda del loro utilizzo.
Le conseguenze del conflitto
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Intervistando personalità tra le più disparate - dalla Responsabile Educazione Unicef Ucraina Emmanuelle Abrioux a una madre che ha perso tutto, Iryna Bakovska, passando per l'insegnante ucraina senza più un tetto sulla testa, Zhanna Maksymova - War on Education sottolinea gli effetti della guerra sulle vite dei civili e l'impatto che il conflitto avrà sul futuro del paese. Futuro rappresentato dai più piccoli. Gli stessi che non hanno nessun tipo di accesso all'istruzione a causa di strutture inagibili. Ma il documentario non si limita ad evidenziare l'emergenza educativa.
Spostandosi in Russia, Stefano Di Pietro si muove tra passato e presente per sottolineare come quella dell'educazione sia un'arma utilizzata da sempre con un intento strategico. Secondo le stime riportate da Alexander Khrebet, reporter di The Kyiv Independent firma di un'indagine sull'istruzione nei territori occupati, sono oltre un milione i giovani tra i 6 e i 17 anni che studiano nelle scuole controllate dai russi. In Crimea, addirittura, viene loro insegnato a sparare, lanciare granate e prestare giuramento mentre studiano la storia internazionale nella versione russa.
Riprendersi il futuro
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"Putin ha portato stabilità, ma è stata concessa al prezzo della libertà", sottolinea la storica ed ex professoressa russa Tamara Eidelman. Lo dimostra anche la scelta di adottare un unico libro di storia per le medie firmato da Vladimir Medinsky, ex ministro della cultura russo, dove l'invasione in Ucraina è definita "un'operazione militare speciale" e si parla di "neo-nazismo ucraino". Ma delle due facce dell'istruzione in tempo di guerra, War on Education mostra anche quella positiva.
Lo fa attraverso le parole di Serhii Kharytonchyk, preside di una scuola di Buzivska, che si sta impegnando per far tornare bambini e ragazzi tra i banchi. "Una vittoria contro il male". Come quella di Solomiya Bolshakova, studentessa ucraina rifugiata in Polonia con tutta la famiglia, o degli istituti privati che hanno ricostruito le aule distrutte dai bombardamenti. Una ripresa della normalità in un mondo deflagrato da cui emerge la resistenza di un popolo deciso a riprendersi il futuro per riporlo nelle mani di bambini e ragazzi a cui è stato strappato via.
Conclusioni
Da quel 24 febbraio 2022, giorno dell'invasione russa in Ucraina, siamo stati costantemente informati delle varie tappe del conflitto. Ma quello che non ci è stato raccontato è come l'istruzione sia una pedina strategica della guerra. Stefano Di Pietro con War on Education pone l'accento proprio su questo aspetto. Lo fa unendo più voci capaci di esemplificare cosa significhi, per il futuro di un paese, attaccare l'educazione. Dal ministro ucraino Lisovyi a una madre che ha perso tutto passando per reporter indipendente a un'ex insegnante russa. Attaccare le scuole significa perpetrare una forma di violenza ancor più subdola. Ma il regista non si limita a mostrare solo l'aspetto negativo. Nella seconda parte del suo documentario la parola passa a chi oggi sta cercando di ricostruire e riportare bambini e ragazzi dietro i banchi. Simbolo di un nuovo inizio. Non solo per i giovani studenti, ma per l'Ucraina stessa.
Perché ci piace
- Raccontare una conseguenza meno approfondita dei conflitti
- Le tante voci disparate che si susseguono nel documentario
- Una regia asciutta e curata
- L'aver saputo mettere in scena le due facce dell'istruzione (e il loro utilizzo)
Cosa non va
- Non ci sono elementi tali da dover essere segnalati