Agli amanti degli anime, Voglio mangiare il tuo pancreas (Let Me Eat Your Pancreas) è un titolo ben noto, non solo per la peculiarità del significato del suo titolo, ma essendo già approdato nei nostri cinema nell'ormai lontano 2018. Un lungometraggio dai toni drammatici che aveva colpito al cuore di molti. Prima che in animazione, però, il romanzo di Yoru Sumino, dal titolo giapponese Kimi no Suizō o Tabetai, è stato trasposto in un manga e poi in un live-action del 2017, coinvolgendo volti conosciutissimi al pubblico dei drama (e non solo) come Shun Oguri e Keiko Kitagawa.
Ora la pellicola con attori in carne ed ossa arriva anche da noi grazie alla rassegna I Love Japan di Adler Entertainment, per un'uscita evento il 3, 4 e 5 febbraio, rassegna che proseguirà poi con Your Eyes Tell (3, 4 e 5 marzo) e April Come She Will (7, 8 e 9 aprile). Un'occasione da non lasciarsi scappare per poter godere di questa delicata e struggente storia in sala.
Malattia e normalità
Tutto parte dalla scoperta di un triste segreto da parte di Haruki Shiga, un ragazzo introverso e particolarmente schivo che un giorno ritrova nella hall di un ospedale un diario personale appartenente alla sua compagna di classe Sakura Yamauchi. I due sono molto diversi: lei appare sempre solare e socievole, è in grado di coltivare amicizie genuine con i suoi compagni e, proprio per non intaccare l'aura di serenità che ha creato intorno a sé, vieta anche ad Haruki di rivelare ciò che è scritto nel suo diario, ovvero che è affetta da una malattia incurabile al pancreas che la porterà alla morte in breve tempo. Uniti da questa vicenda i due ragazzi inizieranno a frequentarsi, in modo che Sakura possa riuscire a vivere pienamente e il più normalmente possibile, il tempo che le resta.
Voglio mangiare il tuo pancreas, la recensione: l'amicizia e l'elogio alla vita
La ricerca di un pubblico ampio
Nello scrivere le nostre impressioni non possiamo fare a meno di considerare il fatto che abbiamo visto prima la versione animata e che sarà quindi anche su questa, e sui due modi di raccontare la stessa storia, che baseremo le nostre considerazioni. Il live action, infatti, si discosta per poche ma sostanziali differenze che lo rendono un prodotto maggiormente trasversale anche se forse nell'insieme meno incisivo, almeno per un pubblico occidentale. Il primo elemento che si nota nel film del 2017, e che lo fa differire dalla produzione dell'anno seguente, è l'intenzione di raccontare l'intera storia dal un punto di vista diverso, ovvero quello del protagonista ormai adulto.
Questo ha come conseguenza lo slittamento del target di riferimento: dal teen drama animato, pensato per gli adolescenti, si ha un film che offre anche la prospettiva più matura del ricordo , permettendo anche agli spettatori più adulti di empatizzare in modo più efficace con il protagonista e il suo dolore, anch'esso maturato nel tempo. L'espediente per certi versi funziona anche se, effettivamente, in sceneggiatura questa parte non riesce a fondersi mai veramente in modo organico con la vicenda principale.
Mettere al centro i protagonisti
Anche dal punto di vista visivo, purtroppo, il live action rimane un gradino sotto per quanto riguarda quella delicatezza e ineluttabilità che il disegno riusciva a rendere attraverso l'immensa tavolozza dei colori usata. Ricordiamo comunque che il film di cui parliamo è precedente all'anime e nonostante questo il regista, Sho Tsukikawa, cerca di operare delle scelte in modo tale da mettere sempre al centro dell'inquadratura i due protagonisti, i loro volti, specialmente quando, abbandonate le atmosfere legate alla gioventù si passa all'Haruki adulto, interpretato dal bravo Shun Oguri, le cui espressioni e primi piani sono fondamentali per la comprensione del personaggio.
Voglio mangiare il tuo Pancreas è quindi una storia struggente, perfetta per chi ama il dramma delicato e, in qualche modo, romantico che fa parte di quel filone, molto popolare in Giappone e per questo diffusissimo, di film che ricercano nello spettatore il massimo impatto emotivo, pellicole dove ci si innamora e si piange, tanto... tantissimo, anche se spesso le tematiche trattate non vengono mai veramente approfondite. Nel rientrare pienamente in questa casistica il lungometraggio non cerca di andare oltre, rimanendo fedele a sé stesso e al suo genere ma rendendo, però, con efficacia quella ricerca affannosa e disperata di normalità che spesso prova chi sta male e che poi è il vero cuore del film.
Conclusioni
Una storia drammatica che racconta la voglia di vivere e di amare di due ragazzi diversi ma uniti da un terribile segreto. La versione live-action di Voglio mangiare il tuo pancreas è un film gradevole anche se non sempre armonioso quanto la sua versione animata. Una regia attenta ma non particolarmente incisiva riesce comunque a risultare efficace nel mettere in scena la storia, resa appassionante anche grazie alle interpretazioni del cast.
Perché ci piace
- Il cast e le loro buone interpretazioni.
- La storia drammatica e delicata…
Cosa non va
- …anche se le tematiche sono raccontate con un po’ di superficialità.