Vittoria, Casey Kauffman e Alessandro Cassigoli: "Le nostre storie vere scoperte per caso"

Casey Kauffman e Alessandro Cassigoli svelano la genesi di Vittoria, opera presentata in Orizzonti Extra a Venezia e ora in sala, che racconta un difficile percorso di adozione da Torre Annunziata fino alla Bielorussia.

Alessandro Cassigoli e Casey Kauffman, registi di Vittoria

Li avevamo già visti all'opera con due ritratti femminili forti come Butterfly e Californie. Dato che non c'è due senza tre, Alessandro Cassigoli e Casey Kauffman sono tornati a esplorare il territorio da cui traggono linfa vitale per la loro ispirazione, Torre Annunziata, realizzando una nuova opera a cavallo tra fiction e documentario. Vittoria, ma lo scopriremo nel corso della narrazione, è una bambina bielorussa adottata da una famiglia di Torre Annunziata. Il film ricostruisce il vero percorso adottivo intrapreso da Jasmine, parrucchiera moglie e madre di tre figli maschi, e dai suoi cari.

Vittoria Cast Venezia 2024
Vittoria: il cast e i registi a Venezia 2024

"Questo è il terzo film che giriamo a Torre Annunciata e ogni opera ci ha condotto alla storia successiva" esordisce il fiorentino Cassigoli. "Marilena, che interpreta Jasmine in Vittoria, aveva un ruolo in Californie. In una pausa dalle riprese ci ha raccontato la storia di come ha adottato la figlia e a entrambi è scattata la scintilla. Volevamo raccontare questa storia così, dopo aver intervistato i protagonisti, ci siamo messi a scrivere". I due cineasti hanno messo a punto uno stile che si basa sul delicato equilibrio tra finzione e realtà che hanno applicato anche nel caso di Vittoria. "La storia che vedete è reale all'80%. Ci sono delle piccole cose che abbiamo aggiunto o inventato perché non è un documentario. È tutto scritto" puntualizza Casey Kauffman. "Non è un ibrido, anche se abbiamo scelto di girare la storia con i veri protagonisti. Ma ciò che vedete è accaduto otto anni fa perciò lo abbiamo ricostruito interamente".

Come dirigere attori non professionisti

L'elemento umano è la chiave fondante dei lavori di Casey Kauffman e Alessandro Cassigoli, sia per la centralità nei film che per gli incontri fortuiti che hanno permesso loro di conoscere storie da raccontare. Per Kauffman "il momento migliore è quando trovi una storia forte e un personaggio altrettanto interessante. I nostri non sono attori, ma sono persone normali che devono reggere sulle loro spalle un film intero. Proviamo tantissimo e modifichiamo in continuazione la sceneggiatura, è un'entità viva. Prima di girare passiamo moltissimo tempo a conoscere le persone così da sapere fino a che punto spingersi. Non essendo attori, sarebbe difficile farli fingere sentimenti che non provano, non funziona. Questo potrebbe sembrare un limite, ma per noi è un vantaggio. Ci garantisce autenticità".

Com'è difficile adottare

Vittoria Marilena Amato
La protagonista Marilena Amato stringe la piccola Vittoria

Oltre a raccontare una storia interessante per via dei personaggi coinvolti, Casey Kauffman e Alessandro Cassigoli hanno affrontato un tema delicato come l'adozione e tutte le difficoltà che la legge pone sul cammino delle coppie. Chissà che Vittoria non sensibilizzi in qualche modo l'opinione pubblica stimolando il dibattito, o almeno è ciò che sperano i registi. "Non abbiamo fatto il film con questo scopo in mente" spiega Alessandro Cassigoli. "Tra l'altro non sapevamo niente di come funzioni un'adozione prima di conoscere Marilena. Siamo venuti a conoscenza dei tempi lunghissimi, dei costi elevatissimi, delle difficoltà legali. Tante di queste cose erano in sceneggiatura, ma poi abbiamo deciso di tagliarle per snellirlo, ma mi fa piacere aiutare le persone coinvolte in questo percorso." Casey Kauffman aggiunge: "Se non è stata una molla per noi, lo è stata per Marilena. Ha accettato di fare il film per avere un documento che racconta come le loro vite si sono unite e per far vedere agli altri quello che ha passato".

La forza del duo sul set

Vittoria Marilena Amato Figlio
Marilena Amato parla col figlio

Le storie raccontate da Casey Kauffman e Alessandro Cassigoli risultano spontanee e immediate sia per lo stile e il metodo adottato dai due registi sia perché non sono frutto di scelte fatte a tavolino. I due autori sono in ascolto del mondo che li circonda. Sia la scelta di ambientare tutti i loro film a Torre Annunziata che quella di porre al centro figure femminili sono causali, come ammette Cassigoli: "Forse il fatto che in aree come Torre Annunziata c'è ancora una cultura patriarcale fa emergere di più le figure femminili, ma non c'è un disegno preciso alla base. Raccontiamo quello che ci colpisce".

Per quanto riguarda la divisione dei compiti sul set, Casey Kauffman spiega che i due seguono tutte le fasi del lavoro insieme, e Alessandro si occupa di montare i film: "Questo ci permette di lavorare più velocemente e di combattere la solitudine del regista. Noi ci confrontiamo costantemente". "Nel cinema che facciamo noi di soldi ne circolano pochi" aggiunge Cassigoli ridendo. "Noi ci spalleggiamo anche a livello emotivo per superare i momenti difficili. Essere in due aiuta molto, anche perché noi siamo pochi e facciamo tutto". Mentre Vittoria inizia il suo cammino post-veneziano, il duo di cineasti pensa già al prossimo lavoro, che stavolta non sarà ambientato a Torre Annunziata, "ma racconterà un viaggio che parte dalla Spagna e finisce a Marsiglia, però fatto da una persona di Torre Annunziata. Il legame rimane".