È un progetto curioso, Vinodentro, e non solo per l'approdo al thriller (sia pur sui generis) di un regista normalmente dedito al dramma e al documentario, come Ferdinando Vicentini Orgnani. Il film di Vicentini Orgnani, infatti, è un prodotto quasi inclassificabile, un noir dalle venature oniriche che trova la sua ambientazione in un territorio così tipico della realtà italiana, eppure così poco battuto dal nostro cinema: quello della produzione, del consumo e soprattutto della consapevole passione per il vino.
Così, nel film del regista italiano ci troviamo a seguire le vicende di un Vincenzo Amato sommelier di fama internazionale, che da un giorno all'altro si ritrova accusato dell'omicidio di sua moglie, interpretata da Giovanna Mezzogiorno. L'uomo, durante un interrogatorio, ricostruisce in flashbak il suo incontro, tre anni prima, con il misterioso "Professore", che lo iniziò ai piaceri della degustazione vinicola, e con i suoi tre stravaganti seguaci; soprattutto, l'uomo parla di una misteriosa donna, di cui non conosce il nome e con cui ricorda di aver trascorso la notte dell'omicidio.
Il regista, insieme allo stesso Vincenzo Amato, alla femme fatale Daniela Virgilio, al produttore Sandro Frezza e alla produttrice di Moody Production Evelina Manna, ha presentato il film alla stampa, ricostruendo i dettagli della sua lavorazione e parlando del suo interesse storico per l'universo vinicolo, che lo ha spinto ad affrontare il progetto.
La genesi e il tema principale
"Il percorso del film è lungo, e parte dal 2008-2009", ha esordito Frezza, "con l'acquisizione dei diritti del libro di Fabio Marcotto, dal quale siamo partiti per la sceneggiatura. Abbiamo avuto la collaborazione del direttore della fotografia Dante Spinotti, che si è rivelata importante e complessa. Le riprese, tutte effettuate in Trentino, sono durate sette settimane, il budget si è attestato intorno ai 2-3 milioni, col fondamentale contributo della Provincia Autonoma di Trento." "Io sono cresciuto in Friuli", ha spiegato il regista, "e la mia famiglia produce vino da sempre; è un ambiente nel quale sono cresciuto, anche se dopo il terremoto siamo dovuti andar via. Ma siamo rimasti fortemente legati a quella terra. Da un po' pensavo a un film che trattasse il tema; anche per l'imprecisione dei film che normalmente ne parlano, compresi quelli dei grandi registi. E' un tema che porta l'identità italiana nel mondo, eppure di fatto non se ne sa nulla. Il vino viene da uno specifico territorio, e ogni vino esprime una terra diversa, la sua identità. La collaborazione di Spinotti è stata quasi casuale: a lui piaceva il tema, e l'idea di lavorare con un friulano come lui."
Il film si avvale di registri diversi, che vanno dalla commedia sentimentale al fantastico. "Ho avuto una certa libertà creativa, avendo produttori che sono amici e soci", ha continuato Vicentini Orgnani. "Dopo la prima presentazione a Courmayer è stato del tutto rimontato. È un film pieno di giochi e citazioni, ad esempio una delle bottiglie viene dal lotto 237, numero della stanza infestata di Shining, mentre la luce della festa rimanda a Barry Lyndon. Di solito faccio film diversi, soprattutto drammatici, ma qui ho voluto sperimentare; ho anche pensato di usare Giovanna Mezzogiorno, che già aveva lavorato con me, per un ruolo un po' diverso dal precedente. Avevo qualche dubbio su Vincenzo, che finora aveva fatto cose abbastanza diverse; anche lui diceva 'nessuno mi ha mai fatto così carino', invece si è rivelato perfetto. Daniela, invece, mi è apparsa perfetta fin da subito."
La parola agli interpreti
"A me piaceva moltissimo la storia, principalmente", ha dichiarato il protagonista, Vincenzo Amato. "Non mi sono posto il problema dell''etnia', dato dal fatto che sono siciliano. Mi sono detto 'se Ferdinando mi accetta come polentone, allora posso farlo!'. Sono andato sulle montagne un paio di mesi prima delle riprese, e ho cercato di imparare e copiare un po' di cose. Mi sono divertito: tutti i settentrionali, al cinema, interpretano siciliani, così mi sono preso la mia rivincita. Sono andato anche in varie cantine a studiare: ti veniva a prendere una macchina e ti portava a 'scuola'... cioè alla cantina. L'ora migliore era a metà mattinata. Ovviamente, poi si faceva il ripasso anche a casa! Si beveva comunque ottimo vino, di alta qualità."
Daniela Virgilio, invece, è stata rapita dal film ma non dal nettare magico che ne è al centro. "Ho sorseggiato solo un paio di volte, ma non ho mai bevuto un vero bicchiere", ha rivelato l'attrice. "Quando ho pensato al personaggio non avevo elementi: a differenza della maggior parte dei personaggi, questo non ha una famiglia, una storia o un backgorund personale. È un veicolo, un'immagine che il professore usa per arrivare al protagonista. Persino il nome l'ho scoperto alla fine. Era la prima volta che mi approcciavo ad personaggio del genere. Finora, avevo visto solo un montato vecchissimo, e avevo qualche dubbio sulla comprensibilità della trama: ora, secondo me, il tutto funziona meglio."
"A me piaceva, della sceneggiatura, l'idea di interpretare due persone", è poi intervenuto Amato. "La prima è ciò che il protagonista è all'inizio, un semplice impiegatuccio della banca; poi, dopo il cambiamento, divento invece uno stronzo, un uomo di potere che ha donne, soldi, ecc. Qui, più che la classica trasformazione di un personaggio, vediamo proprio due persone diverse. Recitare è mestiere strano: io non ho studiato, ho imparato lavorando con Emanuele Crialese. Lavoro principalmente con l'istinto: sento le vibrazioni, e quando sono quelle giuste, vado avanti. Quando c'è un attore bravo, faccio in modo che la tensione vada su di lui, perché poi ciò aiuta anche me". L'attore, che da tempo vive e lavora negli Stati Uniti, si è soffermato anche su analogie e differenze tra le due realtà: "Tutto sommato, lì i set sono simili a quelli italiani: però c'è più silenzio. Questo aiuta l'attore, ma non ci si diverte altrettanto. Qui ci si fanno grandi risate: a fine riprese, è come tornare da una vacanza".
Il soggetto e il set
Vicentini Orgnani ha poi spiegato il rapporto della sceneggiatura col romanzo di Fabio Marcotto, al quale è liberamente ispirata: "Il romanzo ci ha dato solo l'impostazione di base, visto che contiene già una matrice faustiana, che però è solo accennata. Era come se mancasse qualcosa, che però dalle sue pagine si poteva intuire. Pensando a una trasposizione, ho voluto aggiungere delle cose, anche legate alla mia storia personale. Il libro è stata una buona base su cui lavorare". Sulla collaborazione con Lambert Wilson, interprete del misterioso Professore, il regista ha dichiarato: "Credo che anche lui si sia affezionato al personaggio. Lui parla molto bene l'italiano, ma usa un accento particolare, vagamente francese ma non così facilmente localizzabile. Questo aggiungeva mistero al personaggio. A lui piaceva anche l'idea di lavorare con Vincenzo: era la mia prima scelta per quel ruolo, e ha accettato subito. Sul set, ti dà una completa disponibilità: sembra umile, persino insicuro, ma poi al contrario ti accorgi che ha una totale sicurezza e determinazione".
Sul tema, più generale, dei rapporti sul set, il regista ha spiegato: "Io ho fatto solo tre film da regista, quindi ho una produzione abbastanza limitata. Non ho un vero e proprio metodo. Con gli attori si stabilisce innanzitutto un rapporto umano: io sono quasi sempre calmo, tranquillo, il mio metodo si basa su tranquillità, amicizia e fiducia. Ogni attore è diverso dagli altri: Giovanna, per esempio, da tre anni non faceva film, ed era contenta di tornare a lavorare con un amico. Veronica Gentili, invece, è una persona curiosa: con lei c'è un altro tipo di rapporto, lei ti punzecchia, ti mette in difficoltà. Daniela è stata come una complice, con lei abbiamo condiviso storie più personali. In particolare, lei cercava sempre di spingere con cose più fuori dagli schemi. I rapporti umani con gli attori, poi, vengono fuori nei personaggi."
Prossimi progetti
Regista e interpreti hanno poi riservato una battuta ai rispettivi progetti futuri. "Io ho in preparazione una commedia ambientata in Toscana con Andrea Muzzi", ha detto Vicentini Orgnani. "Inizieremo a girarla a ottobre, da una sceneggiatura di Ugo Chiti, e tra gli interpreti ci sarà anche Paolo Hendel. Si tratterà della classica commedia toscana. Con Marcello Fois ho scritto anche un film drammatico, ambientato in Brasile: il titolo è Le conferenze brasiliane, vedremo se riusciremo a farlo."
"Io ho una parte in Unbroken, film di prossima uscita di Angelina Jolie", ha dichiarato Amato. "Se ne parlerà diffusamente a tempo debito, comunque si tratta di una storia sulla Seconda Guerra Mondiale. Negli USA ora lavorerò anche in televisione, poi vedrò se mi riuscirà di trovare altro in Italia."
"La mia prossima apparizione sarà nel terzo film della serie de I soliti idioti", ha rivelato Daniela Virgilio. "Abbiamo appena finito di girarlo, l'uscita prevista è per febbraio".