Isabelle Huppert è senza dubbio tra i più grandi interpreti di sempre. Sia al cinema che in teatro. E, come molti grandi, ama lavorare. Perché ama il suo lavoro. Nonostante sia anche icona di stile, è autoironica: nella serie Chiami il mio agente! ha interpretato una versione di se stessa che viene presa in giro proprio per il suo essere dipendente dal lavoro. Non è così invece nell'ultimo film di Isabbelle Huppet: Viaggio in Giappone.
Dall'11 gennaio in sala, Viaggio in Giappone, della regista Élise Girard, è la storia di una scrittrice, Sidonie Perceval, che viene invitata da un editore giapponese a passare qualche giorno nel suo paese per un book tour. Anche se l'autrice non scrive nulla da anni, da quando il marito è morto. Proprio lì le appare il fantasma dell'uomo scomparso. Si parla quindi di dolore. Anche se, come dice l'attrice: "Non penso si possa superare un lutto. Ci si convive e si va avanti".
Nella nostra intervista a Venezia 2023, dove il film è stato presentato nella sezione Giornate degli Autori, Isabelle Huppert sfata inoltre il mito di se stessa come ossessionata dal lavoro: "Non ho ambizioni da scrittrice: mi va bene essere solo un'attrice. Sono molto pigra e fare l'attrice mi viene molto facilmente. Quindi preferisco fare quello! Non voglio fare nemmeno la regista. Non sono così workaholic come nella serie Chiami il mio agente! È un'esagerazione". Eppure la sua pagina du Imdb dice che è presente in ben 152 titoli!
Viaggio in Giappone: trama
Isabelle Huppert racconta così la trama di Viaggio in Giappone: "Lei va in Giappone per il suo lavoro, per incontrare un editore, che la invita lì anche se non ha più scritto niente per anni dopo la morte del marito. Non sa molto del Giappone, ma non è un caso che veda il fantasma di suo marito proprio lì. La cosa interessante però non è che il marito si manifesti, ma che la aiuti a cercare di liberarsi di lui. Più lui è presente, più diventa un peso. Sono sentimenti contraddittori: le fa piacere vederlo, anche perché lui è molto più vivo di lei! Ma alla fine deve andarsene. Per il suo bene".
Isabelle Huppert compie 70 anni: come lei nessuno mai
Come la regista, anche Huppert è affascinata dal Giappone: "Amo anche io il Giappone. La dolcezza delle persone: sono molto gentili. Lì c'è sempre un'avventura pronta ad aspettarti. Ma non tanto i fantasmi quanto lei"!
Isabelle Huppert e il silenzio al cinema
La regista Élise Girard ci ha detto che Isabelle Huppert è una di quelle attrici che rendono udibile il silenzio. Come fa? Gliel'abbiamo chiesto: "Questo film alterna silenzi a tante parole. E il silenzio dice comunque molto: anche quando non parla, riusciamo a intuire cosa sta pensando Sidonie. Rendere verbale il silenzio è la grande magia del cinema: il cinema rende ascoltabile il silenzio e visibile l'invisibile. In un certo senso rende visibile l'inconscio: è fratello della psicanalisi. Non a caso sono nati insieme. Per un attore è tutto nello sguardo. In questo film è così. E sono fondamentali anche i suoni e la musica. Ti fanno capire ancora meglio cosa sta pensando il personaggio".
Isabelle Huppert: "Presto interpreterò un uomo"
Nella vita reale, invece, Isabelle Huppert ha un rapporto diverso da quello del personaggio con il silenzio e la natura: "Amo il silenzio nella mia vita. Per esempio non mi piace la musica nei ristoranti. E amo la campagna, ma appena ci vado non vedo l'ora di tornare in città! So che alcune persone hanno bisogno della natura per ricaricarsi, ma io preferisco le strade".
I segreti di Isabelle Huppert come attrice
Raffinatissima, Isabelle Huppert sceglie progetti e copioni con grande intelligenza. Che sia teatro o cinema non fa differenza. Anzi, sì: "Il teatro è un'esperienza molto forte, fa paura. Ma in modo buono" dice. Per lei non è vera la frase che disse Catherine Deneuve, ovvero che, quando voleva sembrare assorta in scena, le bastava accendere una sigaretta: "A me basta avere le luci negli occhi" rivela con naturalezza.
Non le piace nemmeno l'idea di cambiare i propri connotato con il trucco prostetico: "Mi piace cambiare soprattutto i costumi: penso che il cambiamento venga da dentro, non ho bisogno di trucco che trasformi il mio aspetto. Non ho bisogno di questo per far credere di essere un'altra persona. E poi dipende molto dal talento del regista".
EO: il cameo di Isabelle Huppert
E a proposito di registi con talento: pur di poter finalmente lavorare con Jerzy Skolimowski, Isabelle Huppert ha accettato un piccolo ruolo nel film EO (recensione qui). Ecco perché: "Avrei dovuto girare da anni un film con Jerzy Skolimowski, di cui poi non si è fatto più niente. Era tratto dal libro di Susan Sontag, In America. Parlava di un'immigrata polacca che va in America e crea una comunità artistica in California. Quindi quando Jerzy mi ha chiesto di fare questa piccola parte nel film EO ho accettato subito. Amo quel film: è molto bello".
I nuovi progetti di Isabelle Huppert
Anche se non è "workaholic", l'attrice ha almeno due nuovi film in uscita quest'anno. Tra i nuovi progetti di Isabelle Huppert ci sono infatti, come dice lei stessa: "Il nuovo con Hong Sang-soo. Di cui non so nemmeno il titolo perché non c'è l'ha ancora! È un film dalla trama complicata. L'abbiamo girato in 12 giorni. E ho finito anche il film di André Téchiné, Dans le viseur. È fantastico. È la storia di una donna che lavora nella polizia scientifica che si confronta con un giovane black blocker. È un film molto forte".