Un palmares ben poco scontato quello di questa edizione. Nonostante la concorrenza spietata del russo The Postman's White Nights di Andrei Konchalovsky, la giuria ha deciso di assegnare il Leone d'oro all'autore di culto Roy Andersson e al suo A Pigeon Sat on a Branch Reflecting on Existence.
Titolo fiume per il quinto lungometraggio del regista settantunenne, una commedia amara, surreale, eccentrica e profonda che stupisce e stimola la riflessione. Il presidente di giuria Alexandre Desplat spiega: "Io e molti giurati ci siamo rifiutati di leggere alcunché sui film in concorso. Volevamo essere sorpresi perciò siamo arrivati alla visione nella maniera più vergine possibile".
Birdman: il grande assente
Assente Joshua Oppenheimer per colpa di una tempesta che ha bloccato l'autore all'aeroporto di Chicago, un emozionato Tim Roth ringrazia il documentarista per un film che lo ha "commosso profondamente, è cinema allo stato puro, è stata un'esperienza incredibile, come assistere alla nascita del proprio figlio". Riflettendo sul legame tra realtà e documentario, il regista Philip Gröning, uno dei giurati, commenta: "Il film russo comincia come un documentario e poi sfocia nella fiction, il film di Roy Andersson e quello di Oppenheimer contengono una parte di realtà e una parte di immaginazione. Probabilmente oggi non esiste più una differenza specifica tra film e dopcumentari". Sull'assenza di Birdman (o Le imprevedibili virtù dell'ignoranza) nel palmares Desplat aggiunge: "Dovevamo scegliere i premi tra venti film e abbiamo dovuto fare delle scelte. Abbiamo preso il film in considerazione e poi l'abbiamo escluso, ma non vi dirò le ragioni. E' unq questione interna alla giuria". Tim Roth rincara la dose. "Anche se la stampa parla bene di un film noi non leggiamo le critiche. Anche per questa ragione mi piace stare qui a parlare con voi, perché non leggo niente di ciò che scrivete. Mi è piaciuto un sacco Birdman . E' bellissimo vedere Michael Keaton in azione, sia in tenuta da supereroe che in borghese, e anche se Birdman non ha vinto niente resterà per sempre nella nostra memoria di spettatori".
L'Italia all'attacco
Tra gli italiani presenti nel palmares c'è Franco Maresco, Premio speciale giuria Orizzonti per il documentario umoristico Belluscone. Una storia siciliana. Moran Atias, giurata di Orizzonti, parlando del film spiega di averlo trovato "fantastico. Un film tragico e divertente al tempo stesso". Assente al Lido, Maresco invia un messaggio in cui dedica il film alla sua Palermo, che lo fa arrabbiare, ma che è anche una città a cui è profondamente legato. Riguardo alle pellicole italiane in concorso, Carlo Verdone commenta: "Tutti e tre i film italiani erano buoni, ma a un certo punto noi giurati abbiamo deciso di concentrarci sul film che ci aveva emozionati di più e che ci aveva fatto discutere, quello di Saverio Costanzo". Tocca poi alla Coppa Volpi femminile, Alba Rohrwacher, commentare questo doppio riconoscimento. "Lavorare con Adam Driver è stata un'esperienza facile, divertente e bellissima. Questo film esiste solo perché Saverio Costanzo l'ha voluto, l'ha portato sulle sue spalle dando vita a un'avventura emozionante e indimenticabile" commenta Alba. "Dare un'umanità e un cuore a un personaggio come il mio stata un asfida. Abbiamo cercato di non giudicarlo mai perché sarebbe stato troppo facile".
Il ruggito dei vecchi leoni
Prima di approdare a Venezia, Andrei Konchalovsky pensava di non far uscire il film né di farlo vedere agli interpreti, tutti attori non professionisti, ma dopo il Leone d'argento le cose sono cambiate. Perciò il cineasta russo dichiara: "A questo punto mi tocca farlo vedere ai miei personaggi, anche se so che non gli piacerà. Vorrebbero comparire bene sullo schermo, essere truccati, sembrare sobri, ma non è come li ho filmati. Non ho fatto un film per loro, ma per me. Faccio film da nascondere sotto il letto per nasconderli e sarei stato comunque felice anche senza premio, ma confesso che questo è un grande onore". Tocca al Leone d'oro Roy Andersson commentare il riconoscimento: "Sono molto commosso da questo premio. il motivo per cui sono diventato regista è l'amore per il cinema italiano. Ho una serie di film italiani che amo, ma il primo della lista è Ladri di biciclette. E' la prima volta che il Leone d'oro va in Svezia. In Italia avete buon gusto e mi avete accolto davvero bene. Anche la maggior parte dei registi americani arrivano dall'Italia e io sono orgoglioso di aver tratto beneficio dal loro talento".