Il red carpet non è mai stato così rosso, rosso Valentino! Venezia omaggia uno dei nomi italiani più conosciuti al mondo, un vero e proprio artista dell'alta moda, nonché un pioniere dell'italian style che da quasi mezzo secolo veste con immancabile eleganza le star del cinema internazionale.
Con Valentino: The Last Emperor il giovane regista Matt Tyrnauer, corrispondente di Vanity Fair America, documenta la vita del fashion designer tra sfilate, ville mozzafiato, yacht, baite di montagna e atélier affollati da sarte, modelle e ospiti d'eccezione. Gli ultimi due anni della memorabile carriera di Valentino, prima del suo ritiro, sono stati seguiti assiduamente dalle telecamere per creare un ritratto ironico e commovente di un uomo d'incredibile forza e inaspettata fragilità. Un personaggio dalla creatività esplosiva e dal carattere multiforme, sorridente e affettuoso come nevrotico e irascibile, che deve grandissima parte del suo successo a colui che da cinquant'anni è il suo inseparabile partner, Giancarlo Giammetti. Il film entra nell'intimità della loro vita attraverso un'indagine giornalistica che man mano si trasforma in un appassionato racconto di amicizia, vita e amore.
La prima proiezione del documentario ha avuto luogo nella prestigiosa Sala Grande alla presenza del protagonista Valentino Garavani accompagnato da Giammetti e dalla top model Eva Herzigova, accanto al regista, ai produttori e montatori. Fragorosi applausi hanno accolto il film e preceduto l'incontro con la stampa, durante il quale lo stilista è stato purtroppo molto meno brioso e divertente di quanto ci si potesse aspettare. Forse spossato dalle numerose interviste o dall'emozione di partecipare al festival veneziano, Valentino ha risposto alle domande con distacco e pacata noncuranza, un po' ingessato dietro al suo sorriso immobile, ligio all'atteggiamento che ormai lo caratterizza nella celebre imitazione di Dario Ballantini, il famoso comico di Striscia la Notizia perenne intruso nelle soirée più alla moda.
"Ormai sono uno spettatore", dichiara dopo la richiesta di un commento sull'attuale condizione del marchio Valentino, adesso passato alla direzione artistica della giovane Alessandra Facchinetti. "Spero che tutto vada bene, comunque, visto che c'è ancora il mio nome", aggiunge forse con un'ombra di amarezza. Per Valentino "l'alta moda è come una canzone che non finirà mai, anche se ci sono pochissime persone oggi che riescono a farla". "La moda è un mondo molto particolare, un sogno, una bellezza attorno a cui gira un interesse incredibile oggi". Amante del cinema da sempre (è proprio per vestire le star della Hollywood anni '50 che è nato il suo sogno di diventare uno stilista), esprime tutta la sua gioia nel prendere parte alla Mostra: "Venezia è un festival così importante che all'inizio credevo di sentirmi un po' al di fuori, invece mi sono ricreduto perché con questo film ho fatto vedere quello che ho saputo fare nella mia vita e penso si sia inserito benissimo col resto".
Il film ha saputo ritrarre perfettamente la personalità di Valentino che infatti dichiara: "Sono io, con i miei momenti di gioia e quelli in cui sono più nervoso e irritabile". Tiene a ricordare che "non c'è stata la recitazione di una parte, ho voluto mostrami come sono, ignorando le telecamere". Ammette però che essere ripresi costantemente per due anni, soprattutto durante il lavoro, "non è stato facile, a volte mi ritrovavo intrecciato dai cavi della cinepresa, ma ero eccitato all'idea che venisse fatto un film sulla mia vita e quindi mi sono sentito molto coinvolto nel progetto". Il regista racconta sorridendo che sia Giammetti che Valentino sono stati quasi sempre molto sportivi, a parte quando gli urlavano un po' dietro.
Tra ricordi nostalgici e ideali pacche sulle spalle (con un certo savoir faire, s'intende) lo stilista pronuncia la sua regola d'oro nella moda un po' come una regola di vita, "riflettere molto e andare passo per passo", e da la sua definizione di bellezza spaziando tra filosofia e glamour: "La bellezza è una cosa importante da definire, non è fatta solo dall'aspetto in sé e per sé, è fatta di movimenti".
Raccontando la sua esperienza, le parole del designer sembrano un indulgente consiglio per il pubblico femminile: "Nella mia carriera ho vestito donne bellissime, ma anche meno belle, donne che avevano qualcosa di speciale o che semplicemente sapevano indossare un abito con simpatia ed eleganza. Si può imparare ad essere eleganti, ci sono tanti modi oggi per esserlo. Basta cercare di non fare mai troppo, di non esagerare". Lo chic è compostezza stilistica quindi, la saggezza di un imperatore docet.