Unlocked, la recensione: su Netflix un thriller sulle ombre della tecnologia

La recensione di Unlocked, thriller coreano dove la protagonista finisce nel mirino di un serial killer dopo aver perso il suo smartphone.

Unlocked, la recensione: su Netflix un thriller sulle ombre della tecnologia

La giovane Nami, dipendente in un ufficio e cameriera nel bar del padre, trascorre una serata con le amiche dandosi alla pazza gioia e al ritorno si addormenta sull'autobus, finendo per perdere il proprio smartphone. Se ne accorge soltanto la mattina successiva e riceve una chiamata che la informa di come il telefonino sia stato portato in un negozio di riparazioni.

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Unlocked: una scena del film

Nami crede che la situazione si sia risolta per il meglio, ma come vi raccontiamo nella recensione di Unlocked il suo è un pensiero mal riposto. A sua insaputa infatti Jun-yeoung, colui che si è occupato della riparazione, ha installato uno spyware e ha clonato tutti i suoi dati su un altro apparecchio, entrando così in possesso di tutte le informazioni necessarie su quella che sarà la sua prossima vittima. Perché infatti Jun-yeoung è in realtà un serial killer a cui la polizia sta dando la caccia da tempo, a cominciare dal detective Ji-man che ha con lui un conto in sospeso del tutto personale. Nami si trova ora in grave pericolo e la sua vita rischia di essere rovinata dalle bizze di un sadico psicopatico.

Follia portami via

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Unlocked: una scena del film

La Corea del Sud può essere tranquillamente considerata come la moderna patria del thriller, con decine di produzioni che ogni anno invadono le sale nazionali, alcune diventando cult anche all'estero altre rimanendo confinate esclusivamente ai confini indigeni. Certo con il mondo dello streaming è tutto più semplice e Unlocked può godere di una distribuzione worldwide grazie a Netflix, dove sbarca come produzione originale. Ci troviamo davanti ad un titolo piacevolmente medio, che riprende un archetipo classico spesso utilizzato nel nuovo millennio quale quello dei telefoni cellulari, che contengono "vita, morte e miracoli" del possessore e qualora smarriti possono dar vita a pericolose fughe di informazioni, con il "privato più privato" alla mercé di psicopatici di turno.

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Ricordi sbloccati

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Unlocked: una scena del film

Certo quanto visto nelle due ore di visione si insinua in quei casi limite fuori dall'ordinario, obbligatori per innescare le dinamiche di genere, e lo spettatore deve perciò fare i conti con un'ovvia sospensione dell'incredulità e accettare appieno le regole del gioco. Soltanto così potrà godere al meglio di un'esperienza dedita ad un intrattenimento tensivo che non ha grosse ambizioni di sorta, se non quello di divertire il relativo target con un discreto mix tra suspense e scavo introspettivo dei personaggi principali. Unlocked è il remake di un film giapponese di pochi anni prima, ovvero quello Stolen Identity (2018) diretto dall'Hideo Nakata papà di The Ring / Ringu e a sua volta adattamento del romanzo di Akira Shiga. E lo rifà lasciando più o meno intatte le linee guida, trasportando l'azione in terra coreana; a tratti sembra mancare però qualche dettaglio nella gestione di alcune figure chiave, delle quali poteva essere esposto il background in maniera più coesa.

Questione di sguardo

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Unlocked: una scena del film

Dove il regista esordiente Kim Tae-joon riesce a mantenere salda l'attenzione nel pubblico e nelle intuitive soluzioni registiche, con la webcam dello smartphone a giocare un ruolo determinante nella resa dei conti tra potenziale vittima e assassino: proprio la prima viene spiata dal secondo tramite la camera del cellulare, dando vita a situazioni originali. In Unlocked la protagonista si trova a essere schiava della propria dipendenza, dipendenza che d'altronde riflette parzialmente l'utilizzo che tutti noi facciamo dei dispositivi elettronici: a suo modo si cerca quindi di lanciare un messaggio sull'eccessivo ricorso ai social network e alla tecnologia, con la condivisione di dati più o meno sensibili che può diventare un'arma a doppio taglio. La caccia al serial killer diventa così anche un monito su vizi e virtù di questo mondo ormai iper-connesso, dove tutto può essere messo in pericolo da un semplice click.

Conclusioni

Dipendente in azienda e cameriera nel locale di famiglia, la giovane protagonista finisce in un vero e proprio incubo dopo aver smarrito il suo smartphone: da quel momento infatti viene presa di mira da un sadico serial killer che comincia a rovinarle la vita, avendo libero accesso a tutti i suoi dati. Come vi abbiamo raccontato nella recensione di Unlocked, questo thriller coreano - remake a sua volta di un omologo giapponese - offre un intrattenimento godibile, con il giusto mix tra tensione e scavo melodrammatico nella vita dei personaggi principali, tra colpi di scena più o meno telefonati e una resa dei conti energica al punto giusto.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
3.8/5

Perché ci piace

  • Cast solido e personaggi ben caratterizzati, nella piena tradizione del genere.
  • Una buona tensione supportata dalle soluzioni registiche.

Cosa non va

  • Qualche lacuna a livello narrativo nella gestione dei rapporti tra alcune delle figure principali.