Una storia italiana
Sicilia, luglio 1943. Giuseppe si laurea a pieni voti durante i bombardamenti, poi torna al paese natio in licenza premio e qui viene travolto dalla notizia dello sbarco degli americani.
Con queste immagini ha inizio Tre giorni d'anarchia, il terzo lungometraggio del regista Vito Zagarrio, un film che racconta dell'attesa di un evento, della speranza che ne nasce da questo, della delusione che invece ne scaturisce e da una nuova consapevolezza della realtà, ben diversa da quella sognata ma più matura e concreta. Nei panni del protagonista Enrico Lo Verso, straordinario interprete di tanti film di Gianni Amelio; intorno a lui si snodano le vicende di tutti gli altri abitanti del borgo. Un film corale dunque, nel quale si possono rintracciare due fili conduttori: da una parte gli eventi storici che sconvolgono il paese, dall'altra le vicende private di Giuseppe.
Alla notizia dello sbarco degli americani, gli abitanti di un piccolo paese siciliano si trovano a vivere tre giorni, quelli che precedono l'arrivo effettivo degli alleati, in un totale stato di anarchia; ognuno è libero di esprimere i propri pensieri, ognuno può esporre un modo per ricostruire la comunità. Ma ben presto si rendono conto di avere bisogno di un "capo" e tra tutti loro viene scelto Giuseppe. Giovane, appena laureato e con il carisma di un vero leader, Giuseppe è però indeciso nelle sue scelte politiche, tanto quanto lo è nella sua vita amorosa sempre in bilico tra Pina, la giovane fidanzata piccolo- borghese, e Anna, l'amante ricca e trasgressiva, figlia di uno degli uomini politici più potenti del paese.
Tre giorni di anarchia è comunque molto di più della trama appena esplicitata. E' un caldo e appassionato affresco storico che, se riletto in chiave metaforica, lascia trasparire la realtà odierna; è un film che ricorda molti momenti della vita politica italiana quando, grazie alla capacità di credere in un sogno, ci si batteva per un Paese diverso. Tuttavia, nonostante affondi le sue origini nella storia, Tre giorni di anarchia vuole essere un film "reale"' e non "realistico" o "neorealistico", ma un film che prende spunto dalla realtà unendo a questa anche gli elementi della favola, del mito e del folklore.