Recensione The Assassination (2004)

Il film funziona, nonostante dei momenti di stanca piuttosto obiettivi, quando illustra il disagio psicologico del personaggio nella sua quotidianità e nella gestione dei rapporti sociali piuttosto che quando ambisce a spiegare il perché di questa dissociazione.

Una personalità assassinata

Arriva nelle nostre sale dopo essere passato per l'ultima edizione di Cannes e aver superato numerosi disagi produttivi The Assassination, esordio alla regia di Niels Mueller, che per l'occasione è riuscito a contornarsi di grandi interpreti: Sean Penn su tutti, senza dimenticare Naomi Watts.
Liberamente tratto dalla storia vera di Sam Bicke, il film racconta di un'esistenza tormentata dai fallimenti amorosi e sentimentali di un uomo insicuro ed idealista che rifugge dalla realtà e medita un riscatto comunicando la sua insoddisfazione incidendo un nastro di autoanalisi al famoso compositore Leonard Bernstein. Il continuo ripetersi di accadimenti depressivi maturerà in Sam il desiderio di fari giustizia, uccidendo l'allora presidente Richard Nixon con un attentato aereo che ricorda molto quello avvenuto in occasione dell'11 settembre. Il tentativo non andrà a termine ma non risparmierà alcune persone dalla morte, né il suicidio di Bicke.

Il film funziona, nonostante dei momenti di stanca piuttosto obiettivi, quando illustra il disagio psicologico del personaggio nella sua quotidianità e nella gestione dei rapporti sociali piuttosto che quando ambisce a spiegare il perché di questa dissociazione, tirando in ballo l'anima nera del sogno americano, come struttura di senso autodefinita, in modo un po' superficiale. Una pellicola che lascia a volte sgomenti e in altri momenti un po' indifferenti e che non riesce complessivamente ad elevarsi e a prendere una strada precisa anche in ragione di una regia piuttosto anonima.

Buone le prove degli interpreti, con uno Sean Penn in un ruolo che sembra scritto per lui e che l'attore americano recita con il talento che gli è proprio, anche se con alcuni eccessi di ipercaratterizzazione. Detto questo, il film si regge così tanto su di lui da rappresentare un evidente limite, anche alla luce delle notevoli possibilità che l'eccellente cast proponeva in termini di approfondimento psicologico dei personaggi. Diffidate da chi vi parlerà di un moderno Taxi Driver! The Assassination è un prodotto interessante, senza infamia e senza lodi che lascia un netto senso di delusione nello spettatore con grandi aspettative.