Una fuga alla rovescia
Con il suo primo straordinario film, l'action thriller del 2008 The Chaser, il coreano Na Hong-jin non solo aveva infranto record d'incassi in patria, ma aveva anche conquistato grande visibilità presso il pubblico internazionale e verso gli addetti ai lavori. Tra i tanti interessati al talentuoso regista ci sono addirittura un paio di major americane, come la Warner che ha in preparazione l'immancabile remake made in USA, e la 20th Century Fox che invece ha investito sulla sua seconda opera, questo The Yellow Sea (anche noto come The Murderer). E non è quindi un caso che questa seconda regia di Na Hong-jin abbia un gusto davvero molto americano, soprattutto nella seconda parte dove la pellicola si trasforma praticamente in un lunghissimo ed estenuante (sebbene magnificamente realizzato) inseguimento con incidenti spettacolari e violentissimi (ma anche ironici) combattimenti.
E pensare che invece il tutto parte da una storia quasi intimista, con uno squattrinato coreano che vivacchia in Cina facendo il tassista e ma è martoriato dai debiti accumulati non solo giocando da azzardo ma anche dalla moglie che è fuggita clandestinamente in Corea con un altro uomo facendosi fare un passaporto falso da alcuni malavitosi locali.Il povero Gu-nam (Ha Jung-woo) non ha quindi altra scelta che accettare il ricatto del boss Myun-ga (Kim Yoon-suk) e improvvisarsi killer di un ricco uomo che vive a Seoul.Arrivato in Corea, dopo un allucinante viaggio in un barcone, Gu-nam studia un modo per avvicinare il proprio bersaglio, e nel frattempo si mette alla ricerca della moglie scomparsa; in entrambi i casi le situazioni finiranno per sfuggirgli di mano e, sorprendentemente, si combinano in uno spettacolare finale. Pur non essendo ai livelli del film precedente - anche a causa di un notevole sbilanciamento del ritmo tra le due metà del film, laddove The Chaser era un incredibile crescendo di tensione fin dalle prime scene - The Yellow Sea si fa apprezzare per un paio di colpi di scena di grande effetto e scene azioni coaduivate da un grande padronanza tecnica da parte di un regista giovanissimo ma che dimostra un livello di maturità davvero non comune. E anche un certo spirito giocoso, considerato il recasting dei due attori principali del primo film, ma a ruoli invertiti; l'eroe del primo film è qui il villain (anche se di grande carisma e presenza scenica), e quello che era il bieco e odiatissimo serial killer diventa qui il personaggio con cui empatizzare. Da The Chaser siamo passati quindi a The Murderer, inutile dire che siamo curiosissimi di vedere cosa ci aspetterà alla prossima pellicola, Na Hong-jin ha certamente confermato di meritare la nostra attenzione.
Movieplayer.it
4.0/5