Chi era al Festival di Cannes nella scorsa edizione, ricorderà che Una barca in giardino (Slocum et moi), l'ultimo film di un maestro dell'animazione francese, Jean-François Laguionie, era stato selezionato (o relegato bisognerebbe dire) alla sezione aperta al pubblico Cinéma de la Plage, per poi finire, causa maltempo, in una sala al chiuso, alternativa per pochi. Viaggio della mente più che del corpo, forse, quell'inizio più riservato doveva lasciar intuire il percorso del film che chiede allo spettatore di fare: riconnettersi alla propria infanzia ed adolescenza, a quel periodo di vita dove si mette tutto in discussione e si può diventare chiunque si voglia.
![Una Barca In Giardino Foto](https://movieplayer.net-cdn.it/t/images/2025/02/10/una-barca-in-giardino-foto_jpg_375x0_crop_q85.jpg)
Dopo il Festival di Locarno che lo ha messo in selezione ufficiale e il passaggio al festival d'animazione di Annecy, tappa quasi obbligata per il genere, grazie a Trent Film, dal 13 febbraio sarà possibile, anche in Italia, intraprendere questo viaggio dentro la vita di un undicenne della Francia del dopoguerra, François, che dal balcone della sua casetta sul fiume Marna, guarda suo padre (adottivo) e sua madre, costruire, in giardino, una replica della Spray, la barca con cui nel 1895 lo scrittore americano Joshua Slocum realizzò il giro del mondo.
Dalle linee delicate e semplici, quasi fosse un affresco, seguendo più l'eredità grafica de Le Stagioni di Louise nel 2016 che quelle di un altro film distribuito in Italia, La tela animata, Una barca in giardino è un coming of age a tutti gli effetti che invece di essere racconto di ribellione, come spesso accade, è ode all'infanzia, all'adolescenza ed all'immaginazione.
Il viaggio
Su Mubi, che lo distribuisce in altri paesi, Una barca in giardino viene definito un parallelismo tra due viaggi. In realtà Jean-François Laguionie riesce, per certi versi, a farcene fare addirittura tre. Il primo è quello iniziato da Joshua Slocum il 1 luglio del 1895 quando partì dal porto di Boston e che prende forma, davanti ai nostri occhi, man mano che il giovane François ne scopre le gesta. Il secondo è quello delle immaginazioni, non solo del ragazzo e narratore della storia, ma di suo padre Pierre e sua madre Geneviève.
Dopo tante avventure durante la guerra e una vita costruita su rinascite e sacrifici, il semplice atto del costruire diventa, per l'appunto, costruzione e consolidamento di un rapporto, un'esperienza, un'avventura condivisa. Infine c'è il percorso verso l'età adulta di François attraversato dal confronto con il passato dei genitori, un padre biologico che ogni tanto fa capolino, un primo amore, un amico con cui si condivide, per caso, il primo contatto con la morte. Jean-François Laguionie intreccia le narrative con una facilità e una calma riflessiva che trascende tutto il film.
Una barca in giardino: modelli ed eroi
![Una Barca In Giardino Sequenza](https://movieplayer.net-cdn.it/t/images/2025/02/10/una-barca-in-giardino-sequenza_jpg_375x0_crop_q85.jpg)
In quella fase intensa di definizione e comprensione di se stessi che è l'adolescenza, è inevitabile l'analisi delle figure di riferimento che si hanno vicino ed anche un ipotetico scontro. La prima dinamica complicata da gestire per François è quella con il padre Pierre, un quasi misterioso eroe per il ragazzo, sempre tutto d'un pezzo, taciturno e a volte severo negli sguardi. François non riesce mai veramente ad avvicinarsi ed a creare un rapporto, le due squadre presenti nella sua famiglia, sottolinea in una sorta di cronaca che ci fa delle sue giornate, sono quella formata da lui e la mamma o da Pierre e la mamma. Non c'è spazio, commenta con un filo di amarezza nella voce, per una squadra formata da lui e il padre.
![Una Barca In Giardino Frame](https://movieplayer.net-cdn.it/t/images/2025/02/10/una-barca-in-giardino-frame_jpg_960x0_crop_q85.jpg)
Ad un certo punto, il film introduce la presenza di una padre biologico che spunta fuori solo a Natale e del fratello di Pierre, più giovane e spensierato, persino più affascinante. Jean-François Laguionie non ha bisogno che il suo protagonista spieghi o motivi l'importanza che questi personaggi hanno nel suo cammino, semplicemente il genitore sulla carta non lo vedremo mai e neanche il tempo che François passa a casa sua a Natale, rientra nella narrazione. Allo zio invece, il regista riserva il commento del ragazzo e delle foto che ritraggono i fratelli in gioventù.
Il dopoguerra e il coming of age
![Una Barca In Giardino Immagine](https://movieplayer.net-cdn.it/t/images/2025/02/10/una-barca-in-giardino-immagine_jpg_375x0_crop_q85.jpg)
Una barca in giardino, pur essendo un coming of age rispettoso degli elementi che caratterizzano il genere, è racconto di formazione insolito perché silenzioso, delicato, serafico nonostante la schiettezza con cui ritrae cosa abbia voluto dire crescere nella Francia del dopoguerra. François, durante la Seconda Guerra Mondiale ci è nato ma non la ricorda. Allo stesso tempo, sente quel passato troppo vicino da essere dimenticato ma già troppo sbiadito per essere compreso appieno. A sottolineare questo contrasto ci sono i personaggi i cui lineamenti sono leggeri e delicati così come il paesaggio disegnato attorno a loro.
La rabbia dell'adolescenza è assente così come i toni troppo scuri, i colori troppo sgargianti (come era in La tela animata). C'è chi ha scritto che i visi dei protagonisti di questa storia ricordano quelli ritratti nelle opere di Modigliani. Non concordiamo sulla somiglianza ma sul modo che il film ha di evocare un affresco in movimento, poesia di immagini. Infine c'è un omaggio al cinema, nel team formato da mamma e figlio, in cui vige il segreto di fughe in sala a vedere i film con Gary Cooper(anche se a papà diciamo che siamo andati a vedere Jean Gabin.
Conclusioni
Una barca in giardino ( Slocum et moi) , ultimo gioiellino del maestro d’animazione francese Jean-François Laguionie è racconto di formazione delicato e silenzioso che riesce, con linee da affresco in movimento, a intrecciare il viaggio dell'immaginazione con quello, concreto, epico a cui si ispira: il giro del mondo compiuto da Joshua Slocum nel 1895.
Perché ci piace
- È poesia per gli occhi
- Racconta il passaggio all’età adulta con precisione e delicatezza.
- Fa viaggiare l'immaginazione e fa sognare di viaggiare.
Cosa non va
- Racconta l’adolescenza senza rappresentarne la rabbia.
- Affronta tutto senza prendere di petto niente in particolare.