Sono in due a presentare Un momento di follia a Roma, ma è uno solo che tiene banco. E non perché la stampa non abbia domande da rivolgere al regista Jean-François Richet, bensì perché Vincent Cassel si dimostra un tipo da one-man-show.
Irriverente, divertente, non curante di moralità e convenzioni, non solo risponde alle domande, ma letteralmente intrattiene i giornalisti con battute in un ottimo italiano. Condisce il finale di ogni risposta con smorfie e risate, che accompagnano genuine battute e stoccatine. E anche se ci sarebbe molto da dire su Un momento di follia, tutto ruota intorno alla questione morale di un uomo di quasi cinquant'anni che ha una relazione con una ragazza che non ne ha ancora compiuti diciotto.
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La vita e la morale non vanno d'accordo
Ma Cassel come la pensa? È lecito che un uomo adulto abbia rapporti con una ragazzina? "La moralità su questo argomento è estremamente diffusa, i giudizi morali sono consolidati, ma da quando esiste il mondo esistono questo tipo di relazioni". Attenzione però a non fraintenderlo. Ci tiene moltissimo a precisare la sua posizione: "Oggi non possiamo dire più niente, né sulla razza, né sul sesso né sulla religione. Una frase viene presa fuori dal suo contesto e utilizzata su internet: è facile che così si creino scandalosi malintesi. Al compimento della maggiore età tutto cambia, non si può più dire niente. La protagonista del film però ha diciassette anni e mezzo, cosa cambia qualche mese in più?". Per il film però, i malintesi sono stati tenuti lontani: "Lola Le Lann di anni ne aveva già diciotto compiuti quando abbiamo girato. Siamo stati attenti per non avere problemi".
Tanta sicurezza lascerebbe pensare che il bell'attore francese, oltre ad aver avuto Monica Bellucci a disposizione per molti anni, si sia trovato in questa situazione. Cosa farebbe se la figlia di un amico lo corteggiasse apertamente? "Il problema sarebbe più questo che la giovinezza", afferma con decisione. "Più di una volta ho incontrato ragazze di diciotto anni con la maturità di una donna. Io a cinquanta sono quasi maturo: noi uomini siamo sterili, voi avete già la creazione in testa. Ma la figlia di un amico neanche la vedo, non esiste per me".
Le domande si fanno sempre più insolenti, ma Cassel ride, non perde mai calma e ironia. Se fossero le donne a essere più grandi? "Perché no?", dice lui. "L'unico problema è fisiologico. Un uomo di cinquant'anni può fare un bambino con una ragazza di diciotto, c'è un futuro insieme. Un ragazzo di diciotto con una donna di cinquanta ha poco tempo, c'è poca proiezione verso il futuro". Jean-François Richet ipotizza addirittura che sarebbe interessante raccontare una storia così in Italia: "Credo che questa sia una storia che potrebbe essere raccontata anche all'inverso, con ragazzi giovani e donne mature. Si potrebbe persino replicare in paesi diversi, per vedere come si sviluppa la trama. La cosa che mi è piaciuta di più nello script è che alla fine quelle che muovono i fili sono le ragazze, non gli uomini. La ragazza non è la preda sedotta, ma è la seduttrice".
Un film è un conto, ma la realtà?
Certo, a teorizzare siam tutti bravi, ma cosa accade nella vita reale? I giornalisti presenti, soprattutto le donne, continuano a titillare Cassel. Lui è serafico, anche quando vengono tirate in ballo le sue figlie: "Come padre sono più simile al mio personaggio, sono aperto. Oggi abbiamo la fortuna di poter essere dei papà-mamma. La "femminizzazione" dell'uomo ha dei lati interessanti: c'è una vicinanza con i bambini che un papà all'antica non aveva. Ho sempre desiderato che le mie figlie mi conoscessero meglio di come io conoscevo mio papà. Oggi c'è una prossimità possibile perché ci sono donne con le palle e uomini con le regole... o senza regole!".
E non cede nemmeno alla domanda diretta, quando gli viene chiesto come reagirebbe se ad avere una relazione con un uomo maturo fosse sua figlia. "Non lo so", risponde semplicemente. "Tante volte nella mia vita mi sono trovato a reagire diversamente da come avevo preventivato". Intanto però, una ragazzina l'ha avuta sottomano per tutto il film. "Sentivo la responsabilità di proteggere Lola", ammette. "Le ho sempre detto di rilassarsi, divertirsi e non essere troppo cosciente che si trattava di un lavoro. Come attrice, penso che persino una ragazza di diciotto anni può dare qualcosa di più interessante rispetto a un attore con alle spalle anni di studio. Tante volte le persone si mettono addosso un abito di esperienza per darsi un tono, un valore che in realtà non c'è." Richet racconta come hanno scelto la bella attrice: "Lola non aveva mai fatto nulla al cinema, l'abbiamo scelta con un casting tradizionale al quale hanno partecipato centinaia di ragazze. Penso che il lavoro del regista sia anche adattarsi un po' ed essere aperto a quello che un attore può portarti sul set, altrimenti sarebbe come dirigere dei robot".
Infine esce fuori che il film di Barri aveva già avuto in remake a stelle e strisce, ma che nessuno lo vuole nominare. Cassel sorride e fa capire benissimo che il film non gli piace: "Di Blame it on Rio mi piace che ci sia Rio e mi piace Michael Caine, ma il film è un po' senile, non mi è piaciuto", mentre Richet è lapidario: "Diciamo che non lo abbiamo proprio preso in considerazione".