Christian, architetto di spicco al servizio di un'importante compagnia edile, è da tempo sposato con Leonora in quello che a tutti sembra un matrimonio felice. In realtà da tempo l'uomo ha un'amante, la bella collega Xenia, la quale gli ha ora dato un ultimatum: se non lascerà la moglie entro pochi giorni, tra loro sarà finita per sempre. Come vi raccontiamo nella recensione di Un marito fedele, Christian ha sempre tergiversato anche per via delle condizioni del figlio di Johan, reduce da un grave problema di salute, ma ora che il ragazzo sembra essersi completamente rimesso non ci sono apparentemente più ostacoli alla sua richiesta di separazione. Peccato che Leonora non la pensi allo stesso modo e dopo aver subodorato il tradimento ed esserne stata poi testimone diretta, ha costretto il compagno a confessare per porlo dinanzi ad un ricatto: qualora lui continuasse nel proposito di lasciarla, lei denuncerà una truffa da questi compiuta tempo prima per pagare le cure del figlio e che, se scoperta, potrebbe porre fine alla sua intera carriera, nonché costargli diversi anni di carcere. Messo alle strette, Christian comincia a pensare a una soluzione estrema, ignaro che la moglie nasconda anch'essa un inquietante segreto nel proprio passato...
Una storia torbida
Segreti e bugie in un thriller scandinavo che riflette sulla crisi di coppia seguendo le vie di genere, ribaltando continuamente i ruoli in un film macchiato da una gradevole ambiguità nella gestione dei rapporti e dei personaggi stessi, con la coppia di protagonisti impegnati a una sfida di crudeltà assortite nel tentativo di raggiungere il loro personale obiettivo. Original del catalogo Netflix, Un marito fedele risulta alquanto efficace nella gestione narrativa che, pur senza offrire soluzioni del tutto originali, riesce a mantenere sempre alta l'attenzione sugli eventi, con un crescendo tensivo nella parte finale che si risolve in quell'epilogo senza vincitori né vinti, chiusura particolarmente amara di una vicenda già più che torbida. Il film è un adattamento dell'omonimo romanzo di Anna Ekberg, pubblicato in Italia con il medesimo titolo.
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Alla ricerca della verità
Il racconto è tutto in una sorta di lungo flashback "resocontato" da un detective della polizia che ha indagato sul caso e che almeno nella prima parte lascia il dubbio su chi possa essere l'effettiva vittima, o meglio tenda a indirizzare verso la figura della moglie. Teoria poi ribaltata con il colpo di scena di metà visione e che rimette le carte in gioco, inscenando nuovi tradimenti e bugie che cercano di sviare ulteriormente lo spettatore fino a quel finale parzialmente forzato. Perché per quanto accattivanti, certe soluzioni appaiono effettivamente improbabili, tra alibi costruiti con fare più o meno machiavellico e improvvisi scatti di violenza a caratterizzare le scene clou. Uno sguardo che non prende distintamente le parti, di uno o dell'altra, ma che li mette sullo stesso livello per ciò che concerne un abisso morale con pochi eguali, che trasforma due potenziali nemici mortali in fondamentali alleati nel momento del bisogno.
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Visivamente povero
Dunque, pur nelle evidenti manipolazioni, la sceneggiatura possiede un'indubbia personalità. Lo stesso non si può dire invece per la relativa messa in scena, che paga uno stile registico più affine a certe produzioni a tema pensate per il piccolo schermo: spesso è proprio la realizzazione a rendere più intuibili certi risvolti, che al loro effettivo svelamento vengono così depotenziati e finiscono per risultare più innocui del previsto. Il respiro cinematografico è del tutto assente, anche per via di un cast che fa il suo con dovizia ma senza eccellere: tra i due interpreti principali, Sonja Richter riesce a regalare qua e là qualche momento di insana follia al personaggio di Leonora, moglie tradita ma per nulla arrendevole, che da potenziale vittima diventa feroce predatrice.
Conclusioni
Come vi abbiamo raccontato nella recensione di Un marito fedele, con questa produzione danese ci troviamo davanti ad un thriller sull'infedeltà coniugale nel quale si assiste ad un gioco delle parti torbido e morboso, dove il ruolo di vittima e carnefice è ampiamente intercambiabile. Adattamento dell'omonimo romanzo, il film Netflix può contare su una sceneggiatura abbastanza solida, anche al netto di qualche forzatura, ma paga una realizzazione tecnica non sempre all'altezza.
Perché ci piace
- Una storia ambigua al punto giusto.
Cosa non va
- Un cast poco carismatico.
- Una messa in scena di stampo televisivo / generalista.