Un anno di scuola, Laura Samani e Stella Wendick: "I ragazzi andrebbero accompagnati, non regolamentati"

"Oggi c'è tanta velocità, non afferriamo più nulla. Gli anni più belli? Quello che uno vive". La nostra intervista alla regista e alla protagonista di Un anno di scuola, presentato nella sezione Orizzonti di Venezia 82.

Laura Samani e Stella Wendick

Tanto per sottolineare, è fuorviante dire che alla Mostra del Cinema di Venezia 82 non ci sono registe donne. Nella sezione Orizzonti, infatti, troviamo Laura Samani che, dopo l'esordio Piccolo Corpo, dirige e co-scrive (insieme a Elisa Dondi) il bel Un anno di scuola. L'idea arriva dall'omonimo romanzo di Giani Stuparich. Se nel libro eravamo nel 1909, nel film invece siamo nella Trieste del 2007. I confini europei stanno crollando, mentre Fred, diciottenne svedese, arriva in città con il padre per frequentare l'ultimo anno di superiori. Finisce in una classe piena di maschi, attratti e incuriositi. Farà amicizia con Antero, Pasini e Mitis. Un'amicizia strana, capace di diventare presto qualcos'altro, "sconvolgendo gli equilibri".

Un Anno Di Scuola Stella Wendick
Un anno di scuola: Stella Wendick in un primo piano

Protagonisti, gli splendidi Stella Wendick, Giacomo Covi, Pietro Giustolisi, Samuel Volturno. "Più che autobiografico, è un film meta-narrativo", anticipa la regista, "Ho scelto di ambientarlo nel 2007 al liceo Dante di Trieste perché è lì che mi sono diplomata. A quel tempo avevamo dei sogni luminosi, con un'Europa forse diversa di oggi".

Un anno di scuola: intervista a Laura Samani e Stella Wendick

Tra un appuntamento e un evento, saltando da una sala all'altra, raggiungiamo Laura Samani e Stella Wendick per le consuete interviste veneziane. Stella, scovata dalla regista direttamente in Svezia (esordiente assoluta), ci accoglie con un sorriso, e dopo un veloce break arriva la Samani. Prima che il timer venga avviato, confessiamo all'autrice di aver ritrovato in Un anno di scuola la stessa sensazione e gli stessi colori vissuti dai protagonisti. In qualche modo, l'adolescenza segna - per tutti - un momento fondamentale, nonché complesso. "Tendo a pensare che gli anni più belli siano quelli che uno vive", spiega la regista. "Sono piantata nelle cose che vivo. La giovinezza? Un periodo estremo, senti la vita in modo scorticato. Non hai nessuna membrana che ti può difendere".

Accanto alla Samani, Stella Wendick, classe 2005. Arrotando l'italiano e superando una dolcissima emozione, risponde in inglese: "Per me l'adolescenza è qualcosa senza tempo. Avevo due anni nel 2007, e ho solo dovuto indovinare come interpretare un'altra epoca". E prosegue, "Devo dire che, in Italia c'è molta più libertà rispetto che in Svezia, da noi i genitori sono molto più pressanti".

Un anno di scuola, recensione: il tripudio della giovinezza nel film di Laura Samani

La potenza delle nuove generazioni

Dietro al film, il concetto di "lasciar andare", una sorta di viatico per raggiungere la pace dei sensi. Eppure, oggi sembra impossibile staccarsi da certe dinamiche, tenendo tutto stretto. "Oggi c'è tanta velocità, e non afferriamo più nulla", confida la regista. "Questa attitudine di essere multitasking... devo dire che la detesto. È bello fare le cose con calma, stando dentro alle cose, dando loro un peso".

Un Anno Di Scuola Cast
Un anno di scuola: Stella Wendick, Pietro Giustolisi, Samuel Volturno, Giacomo Covi in una foto

Altro tema, la "regolamentazione" delle nuove generazioni. I più giovani non andrebbero sommersi da regole, bensì accompagnati e indirizzati "Bisognerebbe accompagnare i ragazzi, non regolamentarli", chiude la regista. "C'è un discorso stringente rispetto ciò che sarebbe da fare, anche rispetto alla norma. Molto spesso i ragazzi vengono inscatolati in una diagnosi, quando invece ci sono sensibilità diverse di recezione del mondo, perché il mondo è grande e saturo. A diciotto anni ti arriva la vita in faccia, e le reazioni possono essere estreme". Niente di più vero.